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Borse positive sulla guerra dei dazi, spread in netto calo

Ago 27, 2019

MILANO – Ore 9:45. Le Borse prendono una intonazione positiva dopo l’ennesimo cambio di tono nella dialettica di Donald Trump sulla Cina e sulla questione delle tariffe alle importazioni. Sfugge all’ottimismo l’Europa, appesantita dal dato negativo sul Pil tedesco. Tiene invece Milano, mentre si studia il Conte-bis per il governo.

Ieri, Pechino si è detta disponibile a risolvere le dispute commerciali con gli Stati Uniti attraverso negoziati “calmi” e si oppone “con forza all’escalation” dello scontro. “E’ una grande notizia”, ha immediatamente affermato Trump in un tweet, aggiungendo di avere “grande rispetto per il presidente Xi”.

Questa mattina, le Piazze asiatiche hanno reagito con ottimismo: Tokyo ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,98%. Ancora maggiore l’entusiasmo delle Borse cinesi, con Shanghai in rialzo dell’1,35% e Shenzhen dell’1,87%. Maggior cautela in Europa, dopo che la Germania ha segnato un -0,1% del Pil nel secondo trimestre. Milano sale dello 0,25%, mentre Francoforte cede lo 0,15%, Parigi lo 0,2% e Londra perde lo 0,3%. Resta un mese caratterizzato da repentini movimenti di mercato, come testimoniano due grafici di Bloomberg, molto spesso al traino delle parole dell’inquilino della Casa Bianca.

Le parole di Trump hanno mosso i mercati: prima la minaccia di vietare alle aziende Usa affari in Cina, poi le nuove tariffe sull'import da Pechino, quindi i segnali distensivi

Le parole di Trump hanno mosso i mercati: prima la minaccia di vietare alle aziende Usa affari in Cina, poi le nuove tariffe sull’import da Pechino, quindi i segnali distensivi

Anche ieri il Dow Jones e lo S&P hanno chiuso con variazioni superiori all’1% (in positivo, rispettivamente, dell’1,07% e dell’1,11%) mentre il Nasdaq è salito dell’1,32%. Da segnalare come sia positiva la reazione dei titoli di Johnson&Johnson alla condanna al pagamento di oltre mezzo miliardo di multa per ‘l’epidemia’ di dipendenza da oppiacei: il mercato si aspettava una mano più pesante.

Molte le sedute dello S&P di Wall Street, in questo mese, con variazioni superiori all'1%

Molte le sedute dello S&P di Wall Street, in questo mese, con variazioni superiori all’1%

In Italia, l’attenzione resta puntata sul Quirinale dove comincia il secondo giro di consultazioni alla ricerca di una nuova maggioranza parlamentare per sostenere un nuovo governo. I mercati sembrano puntare su un bis di Conte, che sarebbe visto come garanzia per una tenuta dei conti, e lo spread riavvia la giornata scendendo ulteriormente a 191 punti. Il rendimento del decennale tricolore scende all’1,23%, che significa livelli dell’ottobre 2016. Dati che sostengono le azioni del comparto bancario e le utility. Il Tesoro si mette alla prova dei mercati con un’asta di Ctz fino a 2 miliardi che inaugura il trittico di appuntamenti di fine mese. Dagli Usa arriva la fiducia dei consumatori.

Tra i dati macroeconomici, in Oriente si è registrato il ritorno in positivo dei profitti delle grandi industrie cinesi, a luglio: hanno segnato una crescita del 2,6% su base annua, contro il calo del 3,1% registrato a giugno rispetto allo stesso mese del 2018. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, a trainare la crescita del mese scorso è stato soprattutto il settore privato, dove i profitti sono cresciuti dell’11,4%. Complessivamente, nei primi sette mesi del 2019, i profitti delle industrie cinesi hanno segnato un calo dell’1,7% rispetto al periodo gennaio-luglio 2018: il risultato negativo è dovuto soprattutto al calo dell’8,1% registrato dai profitti delle imprese statali, a quota 1090 miliardi di yuan (137,14 miliardi di euro) mentre quelli delle imprese private hanno registrato un balzo del 7%, a 884,91 miliardi di yuan (111,35 miliardi di euro).

Il governo indiano di Narendra Modi ha intanto festeggiato un dividendo straordinario di 1.760 miliardi di rupie (24 miliardi di dollari) dalla banca centrale. Il pagamento, che da una parte solleva nuove preoccupazioni sull’indipendenza della Reserve Bank of India, aiuta Modi che è sotto pressione per il rallentamento dell’economia e l’aumento della disoccupazione, che ha toccato il suo livello più alto dagli anni ’70. Mentre l’euro è stabile a 1,11 dollari, si segnala lo yuan che tocca un nuovo minimo da undici anni, nonostante il calo delle tensioni tra Cina e Usa: la banca centrale cinese ha fissato la parità del renminbi, altro nome della valuta cinese, ai minimi dal 2998 a 7,0810 sul dollaro, svalutandola rispetto ai 7,0570 di ieri.

Tra le materie prime, infine, risale il prezzo del petrolio. Il greggio Wti del Texas cresce dello 0,5% a 53,93 dollari al barile mentre il Brent riguadagna quota 59 dollari.

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