MILANO – Ore 9.10. Le Borse europee provano a restare in scia alla chiusura brillante di Wall Street, dove ieri gli indici hanno concluso gli scambi in deciso rialzo. Milano cresce dello 0,97%, Londra sale dell’1,15%, Francoforte dell’1,15% e Parigi cresce dell’1,43%. Slancio positivo anche per Tokyo che termina a +2,16% spinta dall’indebolimento dello yen e dalle buone trimestrali di alcuni colossi nipponici. A Piazza Affari le banche registrano la decisione di S&P, che dopo il giudizio sul debito italiano, ha confermato il rating per Unicredit e Intesa Sanpaolo, con l’outlook rivisto da stabile a negativo
Partenza in calo anche per lo spread che si posizione a 304 punti, in calo dai 308 di ieri, con il rendimento del titolo decennale al 3,43%. L’euro apre stabile sotto quota 1,14, a 1,1352 sul dollaro e a 128,46 sullo yen. In forte rialzo il dollaro/yen a 113,17.
Tra i dati attesi in giornata fari puntati sull’aggiornamento Istat sull’occupazione a settembre, e sulla stima provvisorio dell’inflazione a ottobre. In Psagna il PIl corre nel terzo trimestre, registrando un +0,6% su base congiunturale e un +2,5% su base annua. Deludono le attese le vendite a dettaglio in Germania che hanno segnato a settembre un aumento dello 0,15% rispetto ad agosto, quando erano scese dello 0,3% (dato rivisto dal precedente -0,1%). Su base annua, quindi nei confronti di settembre 2017, la variazione è stata negativa e pari a un -2,6%. Gli analisti si aspettavano un rimbalzo dello 0,5% su base mensile e un aumento dell’1% su base annua. In Giappone la produzione industriale è scesa più del previsto, calando su base mensile dell’1,1% e facendo peggio del -0,3% atteso dal consensus e in controtendenza rispetto al +0,2% del mese precedente. Su base annua, la performance è stata di un calo del 2,9%, peggio del -2,1% previsto e rispetto al +0,2% del mese di agosto. Nel pomeriggio, dagli Stati Uniti, attesa le stime sugli occupati a ottobre.
Rimbalza il petrolio, dopo i recenti cali legati ai timori di una frenata della domanda globale. Sui mercati asiatici prevalgono le prese di beneficio e i future sul Light crude Wti crescono di 45 cent a 66,65 dollari, mentre quelli sul Brent guadagnano 64 cent a 76,55 dollari al barile. In calo l’oro, a 1216 dollari l’oncia.