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Borse ottimiste sul commercio, Europa ai massimi dal 2015. Usa verso un tris di record

Nov 4, 2019

MILANO – Ore 13:15. Le Borse proseguono sulla via dei rialzi, sostenute dalle buone prospettive di accordo tra Usa e Cina sul fronte commerciale certificate dalle dichiarazioni del segretario al Commercio americano, Wilbur Ross, per il quale è fattibile una “fase uno” di intesa entro il mese. Questo passo, in tempi rapidi, dovrebbe ridare alle aziende americane le licenze per vendere componentistica tecnologica alle controparti cinesi.

La Borsa di Milano si rafforza al +1,5%. Fca indossa ancora i panni della protagonsita e svetta sul listino, in una giornata positiva per tutto il comparto auto europeo per l’apertura di Washington a non far scattare i dazi sul settore. Per la pole position del paniere milanese è un testa a testa con Ferrari, che ha alzato le stime sui risultati per il 2019. Il Ftse Mib torna si consolida così sopra la soglia dei 23 mila punti, ai massimi dal maggio 2018: non era ancora partito il primo governo Conte, allora sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle. In linea le altre Piazze europee: Londra aggiunge l’1,1%, Francoforte l’1,2% e Parigi l’1,1%.

Questa mattina, le Borse asiatiche hanno trattato in rialzo: con Tokyo chiusa per la festa della cultura, i mercati hanno beneficiato anche della stagione delle trimestrali. La Borsa di Hong Kong (+1,4%) snobba le proteste e la recessione tecnica e chiude in netto rialzo, grazie al rafforzamento dello yuan. In rialzo anche Shanghai e Shenzhen (+0,6%), Mumbai (+0,2%) e Seul (+1,4%). Wall Street è reduce da un venerdì in netto rialzo, con S&P500 e Nasdaq che hanno toccato nuovi massimi: il listino più ampio ha guadagnato lo 0,97%, il Dow Jones l’1,11% e quello tecnologico l’1,13%. Nota Bloomberg che nel complesso le azioni globali (MSCI ACWI Index) sono in rialzo da quattro settimane, con un guadagno del 18% da inizio anno.

L’euro apre in rialzo sopra quota 1,11 dollari. E’ atteso per oggi il primo intervento di Christine Lagarde nelle vesti di nuovo presidente ella Bce. Lagarde parlerà stasera a un evento a Berlino. La moneta europea passa di mano a 1,1175 dollari e 12104 yen. Dollaro/yen avanza a 108,31. “Il dollaro ha chiuso la settimana passata in calo per via dell’esito del Fomc”, ricordano gli esperti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo sottolineando che venerdì si è rafforzato temporaneamente sull’employment report che ha mostrato un aumento degli occupati superiore alle attese nonostante lo sciopero di GM, ma poi è ridisceso sull’ISM manifatturiero che ha dato invece indicazioni di tenore misto”. Il dato da monitorare nel corso dell’ottava appena iniziata è l’Ism non-manifatturiero atteso in risalita dopo tre cali consecutivi, seguito dalla fiducia dei consumatori venerdì, vista in lieve aumento.

Nell’agenda macroeconomica vanno gli indicatori Pmi sul settore manifatturiero: quello italiano è sceso da 47,8 a 47,7 punti, un calo meno intenso di quel che mettevano in conto da Unicredit. E’ ormai dal marzo scorso che le indicazioni che arrivano dall’indice che anticipa l’andamento economico – intervistando i direttori agli acquisti delle imprese – sono in peggioramento: sotto 50 punti, infatti, il Pmi indica recessione. Leggera ripresa a 45,9 punti, ma sempre ben sotto la soglia di 50, nell’Eurozona. Altri segnali negativi sono arrivati anche dall’indice Ifo: il clima economico nell’area dell’euro è peggiorato nel quarto trimestre, calando da -6,7 a -16,3 punti, il livello più basso dalla primavera del 2013. La valutazione degli esperti sulla situazione attuale è scesa per il settimo trimestre consecutivo. Mentre proseguono i lavori sulla legge di Bilancio, lo spread tra Btp e Bund sul mercato secondario sale a 139 punti base, secondo Bloomberg, un paio in più rispetto all’ultimo riferimento. In rialzo anche il rendimento del Btp decennale benchmark indicato in apertura all’1,03%.

Tra le materie prime, avvio di settimana in calo per le quotazioni del petrolio dopo i rialzi di venerdì scorso. I contratti sul greggio Wti con scadenza a dicembre cedono 22 centesimi e passano di mano a 55,98 dollari al barile. Il Brent perde 31 centesimi a 61,38 dollari al barile.

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