MILANO – Dopo l’infilata di sedute negative, legate alle prese di beneficio per i recenti massimi storici, i listini azionari europei tornano a respirare. Londra è poco sopra la parità, Francoforte sale dello 0,3% Parigi dello 0,25%. Milano resta un po’ più attardata, complice il comparto bancario che sta pagando i singoli casi come Carige e il Creval, in difficoltà per i rispettivi aumenti di capitale, oltre che per il tema delle sofferenze che resta sottotraccia: il Ftse Mib è invariato.
Il settore dell’auto europeo torna a crescere dopo il calo del 2% registrato a settembre: le immatricolazioni nel mese di ottobre nei 28 Paesi Ue più Efta – secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei – sono state 1.207.982, il 5,9% in più dello stesso mese del 2016. Nei dieci mesi 2017 sono state vendute complessivamente 13.234.599 auto, con una crescita del 3,8% sull’analogo periodo dell’anno scorso. Sul lato macroeconomico, aumenta la disoccupazione in Francia secondo i dati provvisori forniti dall’istituto di statistica insee: il tasso è cresciuto di due punti percentuali attestandosi al 9,7%.
L’euro si stabilizza sul biglietto verde e apre sotto quota 1,18 dollari. La rimonta del dollaro è legata ai dati macro Usa di ieri, che rafforzano le aspettative di una nuova stretta della Fed a dicembre. La moneta europea passa di mano a 1,1794 dollari e 133,44 yen. Dollaro/yen in rialzo a 113,12.
La Borsa di Tokyo in mattinata ha chiuso in buon rialzo: il Nikkei 225 ha segnato a fine seduta +1,47% a a 22.351 punti. Wall Street non aveva chiuso positivamente ieri sera, sebbene in risalita dai minimi: arrivato a cedere fino a 166 punti, il Dow Jones ne ha persi 138,19 punti, lo 0,59%, a quota 23.271,28. L’S&P 500 ha ceduto 14,25 punti, lo 0,55%, a quota 2.564,62 e il Nasdaq ha lasciato sul terreno 31,66 punti, lo 0,47%, a quota 6.7706,21.
Il prezzo del petrolio è in lieve rialzo, nonostante il rafforzamento a sorpresa delle scorte settimanali Usa. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti sale di 4 cent a 55,37 dollari e quelli sul Brent arretrano di 15 cent a 62,02 dollari al barile. L’oro è stabile in Asia a 1.277,10 dollari l’oncia segnando una variazione minima dello 0,08%.