MILANO – Ore 10:00. L’uscita dal lockdown in molte economie mondiali mette alle spalle uno dei sintomi di quanto la crisi sia potente, ovvero il primo ritorno in recessione del Giappone dal 2015 ad oggi con la caduta del 3,4% del Pil del primo trimestre 2020.
I primi scambi sulle Borse occidentali sono positivi, il petrolio recupera terreno. Il Ftse Mib di Milano si conferma in rialzo dopo le prime battute e aggiunge l’1,15%. Sul listino milanese si concentra lo stacco di numerose cedole, da A2a alla Snam passando per Generali, che secondo i calcoli di Borsa pesano per lo 0,86% del listino. Infatti le altre Piazze europee sono più pimpanti: Francoforte sale del 2,4%, Parigi del 2% e Londra del 2%.
A Piazza Affari, la Consob ha sospeso il divieto di assumere o incrementare posizioni nette corte, le scommesse sul ribasso azionario vietate dal 17 marzo, “alla luce della progressiva normalizzazione delle condizioni generali di mercato”. L’Autorità di Borsa ha garantito che “continuerà a monitorare attentamente l’andamento generale dei mercati finanziari” dopo aver osservato una “progressiva normalizzazione delle condizioni generali del mercato, a cui tuttavia si è associata una riduzione della liquidità”.Resta un momento assai complicato sullo sfondo, che fa propendere gli analisti per attendersi incertezza sui listini internazionali. Se da una parte arriva fiducia dal fatto che i numeri dei contagi stanno scendendo in modo diffuso, dall’altra non ci sono ancora certezze sulla possibilità di trattare il virus e neppure su quanto sarà rapida la ripresa dell’attività. L’azione delle Banche centrali ha consentito ai mercati di riprendersi rapidamente dai minimi, insieme ai piani governativi di stimolo alle economie. Se dunque – ragiona Seema Shah, a capo della strategia di Principal Global Investors, con Bloomberg – nel breve periodo c’è la possibilità che tornino un po’ di acquisti sulle Borse, non si vede certo all’orizzonte l’accensione della modalità “risk-on” sulle Borse.

La prudenza è suggerita anche dal riaccendersi delle tensioni tra Usa e Cina e dalle parole del presidente della Fed, Jerome Powell, che ha parlato di una piena ripresa americana soltanto dopo che ci sarà un vaccino e ha escluso l’ipotesi di tassi d’interesse negativi da parte della Banca centrale di Washington.
Tokyo (+0,48%) termina la seduta in rialzo. A mercati ancora aperti sono in positivo Hong Kong (+0,32%), Shanghai (+0,45%) e Seul (+0,51%). In forte calo Mumbai (-3%) mentre è piatta Shenzhen (+0,01%). Wall Street è reduce da un venerdì in lieve recupero nonostante le nuove scaramucce tra Washington e Pechino con quest’ultima che ha promesso di rispondere alla decisione dell’amministrazione Trump di estendere fino al 2021 i divieti imposti a Huawei e altre aziende cinesi, tra cui anche Zte, di fare affari con società americane. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,25%, lo S&P500 lo 0,39% e il Nasdaq ha allungato dello 0,79%, con i giganti del tech ancora a trainare.
Uno dei principali dati di giornata, come detto, ha riguardato il Giappone la cui economia è scivolata in recessione per la prima volta dal 2015. Il Pil del Giappone si è contratto del 3,4% nel primo trimestre, dopo il -7,3% del quarto trimestre. Gli analisti si aspettavano una discesa del 4,6% nei primi tre mesi dell’anno. Il Paese ha riportato un numero limitato di contagi, 16 mila casi, rispetto ad altre situazioni ma le autorità hanno disposto il lockdown per evitare l’accensione di focolai in zone molto popolate come le metropoli di Tokyo e Osaka.
L’euro apre stabile sopra 1,08 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,0818 dollari e 115,93 yen. Sale il dollaro/yen a 107,16. Apertura poco mossa per lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi. Il differenziale parte a 238 punti dai 237 punti della chiusura di venerdì scorso. Il rendimento dei Buoni italiani avanza all’1,858%. Oggi parte il collocamento del Btp Italia quinquennale che il Tesoro emette per raccogliere denaro da investire per l’emergenza coronavirus: in un’ora di apertura supera 700 milioni di domanda.
Avvio di settimana in rialzo per le quotazioni del petrolio con il greggio Wti che torna sopra i 30 dollari al barile, ai massimi da 2 mesi sulla scia della ripresa graduale delle attività produttive. Il Brent tocca quota 33,57 dollari al barile. Sempre tra le materie prime, le quotazioni dell’oro si sono mosse in netto rialzo sui mercati asiatici sull’onda dei timori per i tempi della ripresa in seguito all’impatto dell’epidemia del coronavirus. Il lingotto con consegna immediata guadagna così l’ 1,10% a 1.762,8
dollari l’oncia.