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Borse in buon rialzo: Milano +4%. Grande cautela, ma i mercati vedono la luce in fondo al tunnel del virus

Apr 6, 2020

MILANO – Ore 10:30. Si prospetta una giornata positiva sulle Borse mondiali, alla riapertura dopo che alcuni piccoli spiragli di ottimismo filtrano dal fronte – pur sempre devastato – della lotta al coronavirus.

I listini europei si confermano in buon rialzo dopo l’apertura positiva: Milano aggiunge il 2,75% con Atlantia ancora in evidenza in vista di una possibile soluzione al tema delle concessioni autostradali. Francoforte balza del 3,8%, Parigi aggiunge il 3,2% e Londra sale dell’1,9 per cento. I future sui mercati americani sono in rialzo del 4 per cento di buona mattina, mentre le Piazze cinesi sono rimaste chiuse per festività e Tokyo ha strappato un convinto guadagno.

Come annota Bloomberg, un po’ di questo appetito al rischio da parte degli investitori deriva da piccoli segnali positivi nella conta dei danni del Covid-19: nello Stato di New York i morti sono calati per la prima volta e anche i recenti trend italiani sono indicati dall’agenzia finanziaria Usa come una fonte di speranza, insieme a quelli di Francia e Spagna. “Si vede una luce in fondo al tunnel, ma il tunnel è ancora molto lungo”, ha scritto nel fine settimana Erik Nielsen, il capo economista di Unicredit nella sua consueta rubrica domenicale.

Se si comincia a pensare alla Fase 2 dell’uscita dall’emergenza, subito il pensiero corre all’Europa: domani si terrà l’Eurogruppo decisivo per capire quale proposta comune potrà andare all’attenzione dei leader europei. L’ultima sul tavolo, finalizzata da due commissari di peso come Gentiloni e Breton (Economia e Industria), prevede emissioni comuni una tantum, finalizzate a raccogliere 1.500-1.660 miliardi (il 10% del Pil dell’area) per dotare la Commissione delle munizioni sufficienti per dar vita al suo piano Marshall.

Nel frattempo, si riduce lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi. Il differenziale apre la settimana a 194 punti dai 197 punti della chiusura di venerdì scorso. Il rendimento dei titoli italiani è in calo all’1,52%. Euro in rialzo: la moneta unica scambia a 1,089 dollari con un rialzo dello 0,3%. In Asia lo yen risale sopra quota 109 a 109,1.

Dal fronte macro si registra il calo degli ordini alle fabbriche tedesche, ma è ancora riferito al mese di febbraio e quindi non intercetta il Covid-19: sono scesi dell’1,4% a febbraio su base mensile (contro il +4,8% di gennaio e rivisto al +5,5%). Il dato è comunque migliore delle attese che stimavano un calo del 2,4%. A livello tendenziale gli ordini salgono dell’1,5% rispetto al calo dello 0,8% di febbraio 2019.

Come visto, stamattina la Borsa di Tokyo ha terminato la prima seduta della settimana in forte aumento: il Nikkei mette a segno un rialzo del 4,24% a quota 18.576,30 con un guadagno di 756 punti. Sul mercato dei cambi lo yen si deprezza sul dollaro, poco sopra quota 109 e sulla moneta unica a 117,80.

Tra le materie prime si attendono importanti sviluppi sul fronte del petrolio, reduce da un rally di fine settimana scorsa (+32% nell’ottava, ma comunque -55% nel 2020). Gli investitori, almeno per il momento, scelgono un atteggiamento interlocutorio in vista delle decisioni dell’Opec+ su eventuali tagli alla produzione. Le parole del presidente americano, Donald Trump, e la conferma successiva di Vladimir Putin sulla possibilità di un’intesa la settimana scorsa avevano spinto al rialzo i prezzi del greggio.

Il meeting via conference call dei paesi Opec e degli alleati in calendario per oggi, è slittato a giovedì, secondo le fonti sentite da Cnbc per dare più tempo alle trattative. Le prospettive sarebbero comunque positive: Russia e Arabia Saudita “sono molto, molto vicine a un accordo” sui tagli della produzione, “il mercato comprende che questo accordo è importante e porterà stabilità, cosa molto importante”, ha detto Kirill Dmitriev, amministratore delegato del fondo sovrano russo Rdif. Nei giorni scorsi si è parlato di 10 milioni di barili. Secondo l’emittente, inoltre, Mosca sta lavorando attivamente con le autorità americane per fare sì che anche i produttori statunitensi prendano parte ai tagli. Nel frattempo, il Brent sale nel mattino dello 0,5% a 34,07 dollari al barile, mentre il Wti cede lo 0,8% a 28,04 dollari.

Sempre tra le commodity, il recupero delle porte asiatiche fa segnare il passo ai beni rifugio come l’oro che tratta in lieve calo e cede lo 0,7% a 1.609 dollari l’oncia.

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