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Borse deboli, la Cina preoccupa i mercati

Nov 29, 2019

MILANO – Le vicissitudini di Hong Kong pesano sui listini asiatici e da lì la debolezza si estende a tutti i listini globali. Anche i future sui mercati europei e americani puntano al ribasso, dopo la giornata di chiusura per il Ringraziamento. La posizione degli investitori resta dunque attendista: aspettano di capire cosa succederà delle trattative commerciali, visto che a metà dicembre dovrebbe scattare la prossima infornata di aumenti tariffari da parte della Casa Bianca. Il supporto di Trump ai protestanti di Hong Kong ha complicato un percorso di distensione commerciale che sembrava arrivato ai dettagli finali.

Annota la Bloomberg che molte preoccupazioni arrivano dalla Cina. E non riguardano soltanto la parte commerciale, ovvero il braccio di ferro con Washington per quanto riguarda i dazi, ma il moltiplicarsi di segnali di stress finanziario. L’elenco dell’agenzia americana segnala la corsa a ritirare i depositi dalle banche rurali (ci sono 586 banche su quasi 4.400 ad “alto rischio”), passando per la crescita dell’indebitamento privato dei consumatori (giunto ormai a pesare per la totalità di un reddito medio annuo disponibile) e il tasso senza precedenti di bond in ristrutturazione: insomma, Pechino rischia di ritrovarsi a stretto giro a contatto con una bolla finanziaria estensa su più fronti.

Sulla scia di questi timori compositi, la Borsa di Tokyo ha chiuso l’ultima seduta della settimana in calo dello 0,49%, a quota 23.293,91, con una perdita di 115 punti. Sui mercati valutari lo yen è stabile sul dollaro a 109,50 e a 120,50.

A Piazza Affari tiene banco la vicenda Mediaset: si attende il passo finale dell’accordo con Vivendi per sotterrare l’ascia di guerra e dare finalmente il via libera alla fusione nella nuova holding olandese delle attività italiane e spagnole. Si prepara poi a sbarcare in Borsa la società degli yacht Sanlorenzo, dopo il tentativo fallito da Ferretti: Consob ieri ha dato l’ok al prospetto e lo sbarco è previsto il 10 dicembre.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è tornato ad ampliarsi nelle ultime sedute a quota 160 punti base e anche il Tesoro ha dovuto registrare nelle ultime aste un ampliamento dei rendimenti.

Tra i dati macroeconomici attesi, l’Istat diffonde quelli su occupati e disoccupati a ottobre, inflazione a novembre e conti economici trimestrali del terzo trimestre. In agenda ci sono poi, dalla Francia, i consumi a ottobre, l’inflazione a novembre, il Pil nel terzo trimestre; dalla Germania il tasso di disoccupazione a novembre; dall’Eurozona il tasso di disoccupazione a ottobre e l’inflazione a novembre; e dagli Usa l’indice Pmi (Chicago) a novembre. Per il momento, un forte rallentamento è arrivato dai consumi tedeschi in calo dell’1,9% mensile a ottobre. In Giappone, invece, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 2,4% a ottobre e la fiducia dei consumatori è salita a 38,7 punti a novembre. Male infine la produzione industriale, scesa del 4,2% a ottobre.

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