MILANO – Ore 10:00. I listini asiatici hanno trattato bene intonati nella notte, ma quelli del Vecchio continente trattano poco mossi. Milano, che aveva aperto in rialzo, torna poco sotto la parità (-0,05%) dopo un’ora di contrattazioni e nonostante il sostegno delle banche al traino di Unicredit. Miste le altre: Parigi sale dello 0,15%, Francoforte dello 0,2%, mentre Londra lima lo 0,15%.
I mercati globali si sono rafforzati da quando, venerdì scorso, il rapporto sull’occupazione americano ha mostrato la creazione di meno posti di lavoro delle attese. Un dato che ha allontanato le possibilità di un rialzo immediato dei tassi da parte della Federal Reserve, già nella riunione del 20-21 settembre prossimi. Oggi la Banca centrale australiana ha deciso di lasciare i tassi invariati, ai minimi storici dopo il taglio di agosto, mentre giovedì si riunisce la Bce: i mercati si aspettano un’estensione del Quantitative easing oltre il marzo 2017, ma Draghi potrebbe attendere la riunione di dicembre per l’annuncio. Anche in attesa di questi chiarimenti, dopo i rialzi di agosto, nelle sale operative vige la cautela.
L’euro parte in leggero ribasso rispetto al dollaro: la moneta unica europea è scambiata a 1,1148 dollari, mentre ieri la Bce l’ha rilevata a 1,1156 dollari. Crescita inferiore al previsto per gli ordini di fabbrica in Germania nel mese di luglio. Secondo i dati comunicati dal ministero dell’economia sono saliti dello 0,2% contro lo 0,5% stimato da Bloomberg. A rallentare è stata la domanda interna mentre cresce quella verso l’area euro. A livello di Eurozona si aspetta la pubblicazione del Pil, che recepirà i dati Istat sulla frenata italiana del secondo trimestre dell’anno. Negli Usa, poi, si guarda all’indice Ism non manifatturiero (l’agenda). Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è in leggero ampliamento sopra 120 punti base, con il decennale italiano che rende l’1,15% sul mercato secondario.
Grande protagonista di questi giorni è il comparto petrolifero: le quotazioni del greggio sono in rialzo, con il Brent che sale dello 0,21% a 47,73 dollari al barile, ed il Wti a +0,31% a 45,33 dollari al barile. Ad accendere il faro sull’oro nero è stato l’accordo tra Russia e Arabia Saudita, annunciato a margine del G20 cinese dei giorni scorsi: i due principali produttori hanno un’intesa per “stabilizzare il mercato”, anche se ad ora mancano passi concreti sui livelli di produzione. L’oro è invariato a 1.326 dollari l’oncia.
Wall Street e il mercato canadese riaprono dopo il lunedì di vacanza, in una giornata caratterizzata dal discorso pubblico del governatore della Fed di San Francisco, John Williams, che potrebbe dare indicazioni sulle prossime mosse di politica monetaria: secondo i future sui Fed Fund, che indicano le attese dei mercati sulle prossime mosse della Banca centrale, le chances di incremento a settembre sono scese del 10% al 32 per cento. Wall Street è reduce dalla seduta positiva di venerdì, con il Dow Jones a 18.491 punti (+0,39%) e il Nasdaq a 5.249 punti (+0,43%). E’ prevalsa ancora la cautela sui mercati giapponesi, anche in scia all’assenza di indicazioni dagli operatori Usa: la Borsa di Tokyo ha terminato le contrattazioni in leggero rialzo, stamane. L’indice Nikkei ha segnato un lieve aumento dello 0,26% a quota 17.081.98. Sui mercati valutari, lo yen è risultato stabile sopra quota 103,50 col dollaro e 115,50 sull’euro.