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Borse deboli alla chiusura di un trimestre di forti rialzi

Mar 31, 2017

MILANO – Ore 10:00. Le Borse europee si presentano deboli nell’ultima giornata di un trimestre che va in archivio con un giudizio ampiamente positivo. L’onda lunga del rally innescato dall’elezione di Donald Trump e il miglioramento delle condizioni macroeconomiche, con l’inflazione tornata a fare capolino anche sul Vecchio continente, hanno spinto gli acquisti azionari. Sebbene nella parte finale di marzo si sia vista qualche incertezza – legata soprattutto alle difficoltà politiche del nuovo presidente Usa – sia lo S&P500 che l’Eurostoxx si apprestano a chiudere il periodo con guadagni superiori al 5 per cento. In Asia, nonostante i ribassi di oggi, si è chiuso un trimestre “stellare” (definizione di Bloomberg): erano cinque anni che il bilancio per la regione non era così positivo (oltre 9 punti guadagnati dall’Msci Asia Pacific). Per l’indice All World che comprende anche i mercati emergenti, il bilancio da inizio anno si avvicina al +7%.

Piazza Affari tratta dunque in lieve calo, con il Ftse Mib in flessione dello 0,05%. Resta debole Piaggio, che già ieri ha perso abbondamentemente in scia alla minaccia di dazi sulla Vespa da parte dell’amministrazione Trump, in una mossa che sa tanto di guerra commerciale contro l’Europa. Fiacche anche le altre: Londra segna un calo dello 0,3%, Parigi arretra dello 0,25% e Francoforte dello 0,1%.

In Italia si guarda alla presentazione dei dati 2016 di Cdp, che fa il punto sull’esecuzione del piano industriale. Da Cernobbio, sul Lago di Como, Confcommercio svolge il suo forum annuale che termina domani con la presenza del premier Paolo Gentiloni. Dall’Istat si aspettano i dati sull’inflazione provvisoria di marzo, dopo i recenti rialzi che hanno messo un po’ di pressione (soprattutto da parte tedesca) sulla Bce di Mario Draghi. L’Eurotower riduce con aprile il ritmo di acquisti nell’ambito del Quantitative easing da 80 a 60 miliardi di euro al mese, ma il governatore ha più volte sottolineato che il recente rialzo dei prezzi ha ben poco di strutturale e per ora non è tale da spostare la politica monetaria della Banca centrale. In Francia, l’inflazione è salita intanto dello 0,6% su mese, a marzo, in accelerazione dal +0,1% di febbraio. In leggero calo invece la variazione annua: +1,1%. Si aspettano anche i dati dell’Eurozona nel suo complesso. In Germania si segnala il tasso di disoccupazione in calo al 5,8% destagionalizzato a marzo, mentre le vendite al dettaglio sono salite dell’1,8% (sopra le aspettative). In Gran Bretagna si guarda al Pil del quarto trimestre.

Il cambio euro-dollaro è stabile con la moneta del Vecchio continente che scambia a 1,06757 biglietti verdi. Il dollaro ha trovato supporto – dopo i recenti cali – nelle parole di alcuni governatori della Fed che non escludono un’accelerazione dei rialzi dei tassi. Sale invece lo spread tra Btp e Bund tedeschi, che si porta sopra 195 punti base per un rendimento del decennale italiano al 2,3% sul mercato secondario, ma la dinamica viene spiegata dalle sale operative con il cambiamento del benchmark (scadenza giugno 2027). “Rispetto al titolo con scadenza dicembre 2026 usato in precedenza”, spiega Vincenzo Longo di Ig Markets, “ha un rendimento più alto, visti i rialzi dei tassi degli ultimi mesi”.

In mattinata si è chiusa una giornata debole per la Borsa di Tokyo, che ha visto l’indice Nikkei scendere sotto la soglia di 19mila punti dopo una chiusura a -0,81% a quota 18.909,26 punti. L’economia del Sol levante registra un piccolo incremento dell’inflazione, per il secondo mese di seguito, ma si accentua la contrazione dei consumi malgrado il tasso di disoccupazione si stabilizzi ai minimi in oltre 20 anni. Nel mese di febbraio l’indice dei prezzi al consumo ha mostrato un rialzo dello 0,2% dopo un aumento comparabile il mese precedente, e la percentuale dei senza lavoro si è assestata al 2,8%, mai cosi basso dal 1994. Notizie deludenti, tuttavia, arrivano sul fronte dei consumi, con una contrazione del 3,8%, superiore alle stime degli analisti pari al meno 1,7%. Superiore alle attese, invece, il +2% messo a segno dalla produzione industriale a febbraio. Da segnalare, questa volta in Cina, che l’attività manifatturiera ha di nuovo accelerato a marzo, oltre le attese: secondo i dati governativi l’indice Pmi che si basa sul carnet degli ordini delle imprese è aumentato a 51,8 a marzo dal 51,6 di febbraio e dal 51,3 di gennaio.

Ieri sera, Wall Street ha chiuso in rialzo grazie al comparto finanziario: il Dow Jones ha guadagnato lo 0,33% e il Nasdaq lo 0,28%. Il primo trimestre dell’anno si chiude così con un rialzo intorno al 5% per gli indici industriali e del 10% per quello tecnologico. Oggi l’agenda Usa si concentra su spese e redditi delle famiglie e sulla fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan.

Quotazioni del petrolio in leggero calo dopo la fiammata di ieri nella seconda parte della giornata, con il Brent a -0,47% a 52,71 dollari al barile, mentre il Wti scambia a -0,32% a 50,19 dollari al barile. Come ricorda Bloomberg, per il greggio si prospetta comunque la miglior settimana del 2017: rimbalzo in scia alle speranze che l’Opec estenda i tagli alla produzione per dare più consistenza al rialzo dei prezzi. Le incertezze provocate sui mercati dalle scelte degli Usa sotto la presidenza fanno archiviare alle quotazoni dell’oro il migliore trimestre da un anno a questa parte. Il lingotto con consegna immediata è stabile sui mercati asiatici intorno a 1.239 dollari l’oncia. Le quotazioni dall’inizio dell’anno hanno guadagnato l’8,3%.

Borse deboli alla chiusura di un trimestre di forti rialzi

L’andamento del petrolio: il punto rosso indica l’annucnio dell’accordo Opec per tagliare la produzione, che ha fatto risalire i prezzi. Nelle ultime settimane, vista la continua crescita delle estrazioni Usa, l’effetto si era decisamente assopito. Poi il rimbalzo degli ultimi giorni

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