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Borse caute in vista del taglio dei tassi della Fed. Rientra l’allarme petrolio

Set 18, 2019

MILANO – Giornata di attesa sui mercati finanziari, in vista della decisione della Federal Reserve sui tassi attesa per questa sera. Gli investitori si preparano a un altro taglio dei tassi dopo quello di luglio, che era stato il primo dal dicembre del 2008, e si domandano quale sarà la rotta futura del costo del denaro. Le attese per oggi sono per una riduzione del costo del denaro di 25 punti base all’1,75-2%, con la possibile distensione sul fronte commerciale Usa-Cina che torna a cambiare gli scenari: il presidente americano, Donald Trump, ha mostrato ottimismo su un possibile raggiungimento di un accordo prima delle elezioni del 2020 e ha detto che Pechino “sta iniziando a comprare i nostri prodotti agricoli in grande quantità”. Secondo gli economisti di Intesa Sanpaolo, dopo il vertice di queste ore dovrebbero restare in agenda un altro taglio entro fine anno e uno a inizio 2020.

I mercati europei avviano le contrattazioni all’insegna dell’attendismo. Milano è poco mossa, Londra cede lo 0,2%, Francoforte lo 0,1% e Parigi lo 0,1%. A Piazza Affari è positiva Mediobanca dopo la salita di Del Vecchio fino al 6,9% del capitale.

L’antipasto della decisione della Banca centrale americana, prevista per stasera, è stato travagliato: ieri la Fed di New York è intervenuta sul mercato iniettando 75 miliardi di liquidità per placare i tassi a brevissimo termine del mercato interbancario, schizzati fino al 10%. Una mossa che non si vedeva dai tempi della crisi del 2008 e che si è resa necessaria per controbilanciare la domanda di liquidità (richiesta per esser impiegata in nuovi titoli di Stato) a fronte di una scarsità dovuta alle scadenze fiscali. La seduta di ieri, partita in calo, è terminata in rialzo a Wall Street: il Dow Jones ha guadagnato lo 0,13% e il Nasdaq lo 0,4%. Chiusura in calo per la Borsa di Tokyo: questa mattina, l’indice Nikkei è sceso dello 0,18% (40,61 punti) per terminare a 21.960,71.

Sempre monitorata con attenzione l’evoluzione della situazione in Arabia saudita, dopo gli attacchi che hanno danneggiato gli impianti di produzione di Aramco. La compagnia saudita ha lanciato segnali incoraggianti: avrebbe già ripristinato oltre il 40% della produzione e si aspetta di tornare alla piena operatività per ifne mese. Prezzo del petrolio in calo, di conseguenza, sui mercati asiatici. Il Wti cede 10 cent a 59,24 dollari al barile (-0,17%). Il Brent invece avanza di 22 cent a 64,77 dollari (+0,34%). I riflessi dell’impennata di lunedì iniziano però a trasmettersi sulla rete carburanti italiana: Eni ha rivisto al rialzo oggi i prezzi raccomandati di benzina e diesel di 2 centesimi, così come Tamoil, mentre Q8 ha segnato aumenti sui due prodotti di 3 cent.

E’ stabile lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale segna 139,4 punti base (139 la chiusura di ieri sera), con un tasso di interesse sul decennale italiano pari a 0,90%. Apertura in lieve calo per l’euro sopra 1,10 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1069 dollari e a 119,70 yen. Stabile il dollaro/yen a 108,23.

Poco moss, infine, anche l’oro: sui mercati asiatici il prezzo del metallo prezioso con consegna immediata ondeggia sui 1.500 dollari l’oncia.

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