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Borse ancora incerte sulle elezioni Usa. La Fed aspetta i dati sul lavoro

Nov 4, 2016

MILANO – Proseguono le vendite sui listini globali, a pochi giorni dalle elezioni americane dell’8 novembre prossimo e con il carico d’incertezza che il voto Usa porta con sé. La fuga dall’azionario ha caratterizzato gli scambi asiatici e i listini europei aprono in rosso: Milano cede lo 0,2% nelle prime battute, come Parigi, mentre Londra arretra dello 0,6% e Francoforte dello 0,4%. Anche lo S&P500, indice di Wall Street, è visto in calo e indirizzato verso quella che potrebbe essere la maggior striscia di ribassi dal 2008. Le azioni globali non vivevano una simile fase d’incertezza dai tempi del referendum sulla Brexit. Di contro, i beni rifugio come lo yen, i titoli di Stato dei Paesi core e l’oro continuano ad esser scelti dagli investitori in cerca di porti sicuri. Secondo Ashley Perrott, a capo del reddito fisso di Ubs in Asia, l’elezione tra Trump e Clinton è “semplicemente troppo incerta” per dare un chiaro segnalo ai mercati. “Siamo cauti”, ha aggiunto a Bloomberg: “Se c’è qualcosa che i mercati non sono particolarmente bravi a valutare, è il rischio politico”.

Borse ancora incerte sulle elezioni Usa. La Fed aspetta i dati sul lavoro

La risalita dell’indice Vix, termometro dell’incertezza dei mercati

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L’agenda odierna, al di là di alcune trimestrali italiane quali Intesa, Telecom o Terna, si concentra sul rapporto sul mercato del lavoro Usa. Secondo gli economisti del panel di Bloomberg, a ottobre dovrebbero esser stati creati 173mila posti di lavoro, dai 156mila di settembre. Numeri forti farebbero salire le possibilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed, nella riunione di dicembre: già ora i future indicano il 78% di possibilità di una mossa di Janet Yellen entro fine anno. Dall’Istat si attende la nota mensile sull’economia, mentre in Parlamento partono le audizioni sulla legge di Bilancio. Da seguire anche gli indicatori Pmi sul settore dei servizi per le principali economie europee.

Il cambio euro-dollaro è stabile, con la moneta del Vecchio continente che scambia a 1,11012 biglietti verdi. Sterlina di nuovo in rialzo, sia sul dollaro (1,2468), sia sull’euro (0,8900). Lo spread tra Btp e Bund tedeschi apre poco mosso in area 155 punti base, con il rendimento dei decennali italiani vicino all’1,7%.

Stamane, la Borsa di Tokyo ha terminato le contrattazioni in calo, in un contesto di generale incertezza per l’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, mentre continua a rivalutarsi lo yen al cambio con il dollaro: l’indice Nikkei ha segnato il minimo delle ultime 3 settimane con una variazione negativa dell’1,34% a quota 16.905.36. Ieri la Piazza asiatica era chiusa per festività. Sul fronte valutario lo yen prosegue la fase di apprezzamento sul dollaro, avvicinandosi sempre più a quota 103, da un valore di 105 registrato a inizio settimana. L’indice Pmi servizi giapponese di ottobre è intanto salito a 50,5 punti dai 48,2 del mese precedente: i dati di Markit riportano il Sol Levante nella fase di espansione dell’economia, rappresentata dalla soglia di 50 punti. Chiusura in calo ieri sera per la Borsa di Wall Street, con l’indice Dow Jones a 17.931 punti (-0,16%) e il Nasdaq a 5.058 (-0,92%).

Tra le materie prime si segnala la lieve risalita del prezzo del petrolio, che si mantiene però estremamente debole in mancanza di accordi sulla produzione sotto i dollari al barile. I contratti sul greggio Wti con scadenza a dicembre recuperano 4 centesimi a 44,7 dollari al barile; il Brent sale a 46,38 dollari al barile. Il prezzo dell’oro mantiene invece i rialzi delle ultime settimane sui mercati asiatici spinto dall’incertezza sugli esiti del voto in Usa della prossima settimana. Il lingotto con consegna immediata – dopo aver raggiunto ieri i massimi dal mese di luglio a 1.308 dollari l’oncia – si attesta ora a 1.298,5 dollari.

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