MILANO – Non si fermano i listini azionari globali in questi giorni festivi: gli investitori stanno spingendo l’indice globale MSCI ACWI verso una crescita del 9% nell’ultimo trimestre dell’anno, una performance – annota Bloomberg – vista poche volte a memoria di analisti.
Nella giornata di Santo Stefano, di chiusura per i mercati europei, a prendersi la scena è stato il comparto tecnologico americano che ha beneficiato dei commenti di Amazon, secondo il quale il periodo delle vendite natalizie è andato da record. Wall Street ha aggiornato ieri sera i massimi con il Nasdaq (+0,78%) che, per la prima volta, è salito sopra i 9.000 punti. Il Dow Jones ha aggiunto lo 0,38% a 28.622,88 punti, lo S&P 500 ha messo a segno un progresso dello 0,52% a 3.240,01 punti.
A continuare ad alimentare gli acquisti è stato l’ottimismo sulle trattative commerciali tra Usa e Cina. Gao Feng, portavoce del ministero del Commercio cinese, ha confermato di essere in stretto contatto con gli Stati Uniti sulla firma di un accordo di Fase 1. Martedì Donald Trump aveva data l’intesa per “fatta” e annunciato la “cerimonia di firma con Xi” Jinping, il presidente cinese, senza però fornire dettagli sul quando e dove. Come detto si è messa in evidenza Amazon, che è salita del 2,5% dopo l’annuncio di oltre 250.000 assunzioni “full-time e part-time” nella sua rete globale per le festività natalizie. Il gruppo ha registrato vendite record anche in questo periodo, senza però dare cifre precise. Mastercard ha messo sul tavolo un altro carico, un rapporto che indica un aumento del commercio online di quasi il 19% in un anno tra il primo novembre e il 24 dicembre.Gli investitori hanno guardato infine con interesse anche i pochi indicatori della giornata, in particolare la flessione delle richieste settimanali di disoccupazione. Il dato sembra confermare il buono stato di salute del mercato del lavoro Usa, con un tasso di disoccupazione sceso al livello più basso degli ultimi 50 anni a novembre, al 3,5%. Ann Berruy, partner di Cornell Capital, ha commentato all’agenzia finanziaria Usa i recenti movimenti sottolineando come il “sentiment” dei mercati sia solido in questa fine di 2019, “ma abbiamo bisogno di vedere che si trasferisca sull’economia reale entrando nel 2020”. Quel che preoccupa è che il ripetuto taglio dei tassi visto di recente negli Usa “non abbia ancora fatto salire gli investimenti in beni capitali come ci si sarebbe attesi”.
Meno brillante, questa mattina, la performance della Borsa di Tokyo che ha chiuso la settimana senza un orientamento chiaro, con l’indice Nikkei in calo dello 0,36% a 23.837,72 punti e l’indice Topix in rialzo dello 0,11% a 1.733,18 punti. In Giappone la produzione industriale è calata a novembre dello 0,9% rispetto al mese precedente. In confronto con l’anno passato, la produzione industriale è scesa dell’8,1%. Già ad ottobre il dato era risultato negativo, segnando -4,2% mensile e -7,4% annuale: si aspetta ora un rimbalzo per dicembre.
Avvio in lieve rialzo per l’euro scambiato a 1,1123 dollari. Euro/yen a 121,91 e dollaro/yen a 109,50. Lo spread tra Btp e Bund apre in rialzo a 168,4 punti. Il rendimento del bond decennale si attesta all’1,411%.
Tra le materie prime, quotazioni del petrolio in aumento con prezzi vicino ai massimi da tre mesi, spinti dalla riduzione delle scorte Usa e dall’ottimismo per gli sviluppi dell’economia. I contratti sul greggio Wti con scadenza a febbraio guadagnano così 16 centesimi a 61,84 dollari al barile; il Brent sale di altri 9 centesimi a 68,01 dollari. Intonazione robusta per le quotazioni dell’oro che continuano a sfiorare i 1.510 dollari l’oncia. Il lingotto con consegna immediata sui mercati asiatici passa di mano stamani a 1.509,42 dollari dopo i netti rialzi dei giorni scorsi. Le quotazioni si avviano a chiudere l’anno con una crescita del 18% spinte dai bassi tassi di interesse.