Le Borse asiatiche affondano con gli indici della Cina in forte calo, dopo le minacce di Donald Trump per dazi al 25% sull’import di 200 miliardi di dollari di beni “made in China”. In rosso anche i future sugli indici azionari statunitensi che sono scivolati di circa il 2%. La minaccia, affidata ieri a Twitter da Donald Trump, affonda le Borse cinesi: l’indice Composite di Shanghai crolla del 5,58%, a 2.906,48 punti, mentre quello di Shenzhen sprofonda del 7,38%, a quota 1.515,80, dopo aver sfiorato la perdita record a -8%.
….of additional goods sent to us by China remain untaxed, but will be shortly, at a rate of 25%. The Tariffs paid to the USA have had little impact on product cost, mostly borne by China. The Trade Deal with China continues, but too slowly, as they attempt to renegotiate. No!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 5 maggio 2019
Ancora chiusa la Borsa di Tokyo per l’abdicazione dell’imperatore Akihito.
Le Borse europeeprocedono stabilmente in calo, con gli investitori che temono una guerra commerciale tra Usa e Cina dopo le minacce di Donald Trump per nuovi dazi. Intanto la delegazione cinese si sta preparando per andare negli Usa per il nuovo round negoziale sul commercio dell’8 maggio. Nel Vecchio continente piombano anche i dati sul commercio al dettaglio rimasto invariato a marzo. L’indice d’area stoxx 600 cede l’1,55%. In rosso Milano e Parigi (-2,1%), Francoforte (-2%), Madrid (-1,7%) mentre Londra è chiusa per una festività. Ad appesantire i listini ci sono le perdite del comparto dell’auto e della componentistica e l’hi-tech. A Piazza Affari proseguono in profondo rosso Stm e Cnh (-4%). In calo anche Pirelli (-3,4%), Brembo (-3,2%), Fca (-2,6%). Giornata nera anche per le banche con Mps, Banco Bpm e Unicredit (-2,5%), Ubi (-2,3%), Bper (-2,1%) e Intesa (-1,5%).
Tensione anche sui titoli di Stato con lo spread tra Btp e Bund che apre in rialzo a 259 punti base. A Piazza Affari scivolano Stm (-3,2%) e Cnh (-3,1%). In rosso il comparto delle auto e della componentistica con Fca e Brembo (-2,6%), Ferrari (-2,2%), Pirelli (-2,1%). Andamento negativo per le banche dove soffrono Banco Bpm (-2,5%), Mps e Unicredit (-2,3%), Bper (-1,9%). Il calo del prezzo del petrolio affossa i titoli energetici con Saipem (-2,6%), Tenaris (-2,2%) ed Eni (-1,7%). Si mostrano deboli Snam (-0,6%), Terna (-0,4%) e Tim (-0,5%).
Il riaccendersi della guerra dei dazi fra Cina e Usa colpisce il prezzo del petrolio: il Wti perde il 2,3% e si riavvicina ai 60 dollari al barile (60,4) mentre il Brent perde il 2,29 a 69,2 dollari.
Gli investitori spingono verso beni rifugio come l’oro. Il metallo con consegna immediata sale dello 0,5% 1285 dollari l’oncia.
La delegazione cinese “si sta preparando per andare negli Usa” per il nuovo round negoziale sul commercio dell’8 maggio, come da programma: rompendo il silenzio seguito all’inattesa minaccia di Trump, il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, ha aggiunto di sperare che “Usa e Cina possano trovare una soluzione a metà strada”.