AGI – Roma sold out o quasi. Il turismo nella capitale va a gonfie vele e le prospettive appaiono molto buone, visto che sono in programma eventi importanti e l’apertura di nuovi alberghi, in particolare di fascia alta. A tracciare il quadro della ricettività il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, a margine dell’assemblea nazionali di Federalberghi, in corso a Bergamo. “Abbiamo un’occupazione delle camere che arriva al 90% e gli alberghi quasi tutti pieni. Moltissimi hotel che avevano chiuso durante la pandemia hanno riaperto e tanti hanno ristrutturato; nel complesso parliamo di 1.200 strutture”.
Il ritorno dagli Internazionali di tennis “è molto buono” prosegue, perchè il torneo ha raddoppiato durata e partecipanti: “si tratta di 128 giocatori e ognuno si porta dietro il team, non più per una ma per due settimane; peraltro, si tratta di un turismo alto spendente” che porta denaro alla città. E proprio a questa fascia di clientela guardano gli operatori: “I brand internazionali hanno deciso di investire su Roma: adesso gli alberghi a 5 stelle sono 54, dovremmo superare i 65 entro il 2025-26; si tratta di qualche centinaio di milioni per ciascun hotel. Supereremo Milano come numero di alberghi di lusso e recupereremo un gap che avevamo con altri capitali”.
A “invadere” le strade della Città eterna sono sempre più turisti americani: “Gli Stati Uniti – sottolinea Roscioli – sono sempre stati il primo mercato straniero e anche con un forte distacco dal secondo, che a seconda degli anni è Francia, Germania, Gran Bretagna. Gli statunitensi sono stati i più reattivi dopo la pandemia, i primi che si sono riaffacciati l’anno scorso, grazie anche a un rapporto dollaro/euro molto favorevole che li ha incentivati a scegliere l’Europa come destinazione.
All’interno dell’Europa, l’Italia durante la pandemia ha ben figurato: il nostro Paese è stato apprezzato all’estero e i turisti si sono sentiti protetti in un Paese che sta in cima ai loro desideri”. A fronte di una domanda forte e crescente, resta però il problema di offrire servizi all’altezza e il settore turismo è alla prese con una grave carenza di personale: “Il problema – fa notare Roscioli – è nelle competenze. Oggi siamo in una situazione migliore di quella seguita alla pandemia, quando non si trovava veramente personale. Molti alberghi avevano chiuso e licenziato e i lavoratori sono stati protetti dalla Naspi. Ora il sussidio di disoccupazione è vicino alla scadenza e probabilmente le persone stanno cominciando a cercare lavoro. La mancanza di lavoratori si sente ma meno di prima, però – conclude – resta il nodo competenze: le società straniere di catene alberghiere di lusso vogliono qualità elevata e allora c’è bisogno di formazione”.