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Bonus 600 euro anche ai professionisti. Ma il governo resta fermo sul no ai contributi a fondo perduto

Mag 24, 2020

MILANO – Sì ai bonus 600 euro anche per aprile e maggio e no all’accesso ai contributi a fondo perduto. E’ questa la linea tracciata dal governo nel decreto Rilancio, prima che il provvedimento debutti in Parlamento per eventuali modifiche. Negli ultimi giorni si era creato un piccolo caso intorno al bonus destinato ai lavoratori autonomi già previsto a marzo dal decreto Cura Italia e ora esteso anche al mese di aprile e maggio (fino a 1000 euro in caso di forti cali del fatturato). Una norma che sembrava escludere gli iscritti agli ordini professionali, per i quali l’erogazione del sussidio già a marzo è avvenuta non attraverso l’Inps ma le casse private.

A dipanare ogni dubbio sono intervenute già venerdì sera fonti del ministero del Lavoro, spiegando che “non c’è alcun blocco” al bonus di 600 euro per i professionisti e chiarendo che “nei prossimi giorni” la ministra emanerà il decreto interministeriale che assegnerà alle Casse le risorse necessarie.”Resta dunque ferma – veniva sottolineato – l’erogazione dell’indennità per i mesi di aprile e maggio per i professionisti iscritti alle Casse di previdenza privata che l’hanno già percepita a marzo, come specificato all’art. 78 del decreto Rilancio”.

Rep

Diverso il caso dei contributi a fondo perduto previsti per le imprese sempre nel decreto rilancio per le imprese che hanno registrato pesanti cali di fatturato a causa del coronavirus. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – intervistato a Piazza Pulita su La7 – su questo punto è stato molto chiaro, spiegando che i professionisti “sono persone ” e “sono esclusi dal contributo a fondo perduto perché non sono imprese”. Una posizione ribadita anche dal consigliere del ministro Marco Leonardi in una intervista al Sole 24 Ore, secondo cui estendere i contributi anche ai professionisti, che beneficiano già dei bonus, rischierebbe di produrre alcune distorsioni, come il rischio di “dare soldi ai ricchi avvocati e notai con fatturati milionari”. Porta chiusa, per il momento, aspettando l’eventuale intervento del Parlamento.

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