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Bologna, il poliziotto-eroe di Borgo Panigale scrive a Mattarella: “Io, dimenticato”

Gen 3, 2019

“Anch’io ho bisogno di una sua pacca sulla spalla. Anch’io ho salvato tante persone e mi sono sacrificato”. Lo ha scritto al Capo dello Stato l’agente della Polizia stradale Giacomo Chiriatti, che si è sentito abbandonato dalle istituzioni, nel giorno in cui un altro poliziotto, Riccardo Muci, è stato nominato Cavaliere al merito della Repubblica. Due pesi e due misure. Un poliziotto premiato dal Presidente della Repubblica e l’altro no, nonostante entrambi siano rimasti gravemente feriti nell’esplosione della cisterna carica di Gpl sul cavalcavia dell’autostrada Bologna-Casalecchio.

Muci è un agente del commissariato Santa Viola, Chiriatti è della Stradale. Stessi meriti, ma trattamenti differenti. Il caso è stato sollevato dal sito www.nonosolomarescialli.it che si occupa del comparto dei lavoratori della sicurezza, e quindi di poliziotti e forze armate. Sul sito, nelle scorse ore, è comparsa la lettera inviata da Chiriatti al presidente Sergio Mattarella, nella quale si rammarica del trattamento ricevuto.

Muci a fine dicembre è stato insignito da Mattarella del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. L’agente, che nulla vuole togliere al riconoscimento del collega, si sente però dimenticato. Così ha scritto al Presidente: “Ricordo con commozione la visita del Presidente Giuseppe Conte a Muci, ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena. Pensavo che avrei avuto lo stesso onore. Ma così non è stato”. Aggiunge Chiriatti: “Proprio la disparità di trattamento non ha permesso che lei venisse a conoscenza della mia storia, del mio servizio reso quel giorno tra fiamme e paura”.

Il poliziotto, nel ricordare che dopo 4 mesi si trova ancora in convalescenza per le ustioni riportate, si dice “rammaricato perché escluso dall’abbraccio fisico dell’Italia”, che Mattarella rappresenta, “perché credo di averlo meritato anch’io col mio operato”. Da qui l’invito: “Mi auguro che lei possa vedere in me, un giovane pieno di sogni, un nipote forse pedante ma certo bisognoso della pacca sulla spalla di chi è esempio e strada maestra nella vita, poiché non ho vergogna ad affermare di avere bisogno di aiuto da parte delle istituzioni in questo momento di difficoltà”. E infine: “So che non mi lascerà solo e attendo quella pacca sulla spalla. Nei tempi e nelle forme che riterrà. Noi tutti italiani crediamo in lei”.

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