Dopo la Città 30, che nei primi mesi del 2024 aveva acceso un dibattito nazionale e non solo, Bologna torna al centro della discussione sulla sicurezza stradale con un nuovo provvedimento: l’istituzione della cosiddetta Zona 50 sulle strade collinari. Un passo ulteriore verso un modello di mobilità più prudente e, nelle intenzioni dell’amministrazione, più adatto alle caratteristiche di un territorio delicato, dove la convivenza tra auto, residenti, pedoni e ciclisti è tutt’altro che semplice.
Un cambiamento che arriva dopo mesi di segnalazioni, richieste formali e pressioni da parte degli abitanti delle aree interessate, che chiedevano più sicurezza nei tratti più critici. E ora il Comune ha deciso di intervenire con una misura che, inevitabilmente, farà discutere.
Zona 50
A differenza di quanto accade in città, dove il limite dei 30 km/h ha interessato una parte significativa della viabilità urbana, questa volta il focus si sposta verso l’esterno: i colli bolognesi. Qui il Codice della Strada prevede per le strade extraurbane un limite standard di 90 km/h. Una soglia che, prima ancora delle statistiche, basta percorrere quelle strade almeno una volta per capire quanto possa risultare eccessiva. Curve cieche, carreggiate strette, tratti con visibilità ridotta e una frequentazione elevata di pedoni, runner e ciclisti che utilizzano questi percorsi anche per attività sportive: un mix che ha convinto il Comune a intervenire in modo drastico.
Il nuovo limite scende così a 50 km/h e riguarda 82,6 km di strade extraurbane nella parte sud del territorio comunale. Un’area ampia e articolata, dove già negli anni si erano moltiplicate le segnalazioni per situazioni considerate pericolose. Il provvedimento, come dichiarato dagli uffici tecnici, nasce da un’analisi puntuale dei flussi di traffico e degli incidenti registrati negli ultimi anni. Un intervento di prevenzione più che di repressione, che punta a ridurre la velocità media e quindi le conseguenze, spesso drammatiche, in caso di sinistro.
Le richieste dei cittadini
La spinta decisiva è arrivata proprio dai residenti dei quartieri collinari, che da tempo chiedevano maggiori controlli e limiti più restrittivi. Chi vive in quelle zone racconta spesso di auto che affrontano curve strette a velocità troppo elevate, con sorpassi azzardati in tratti dove il margine d’errore è praticamente nullo. Il Comune ha quindi scelto una strategia mirata: non solo l’introduzione del limite a 50 km/h, ma anche una serie di ulteriori interventi nei punti più critici. In alcuni tratti, ovvero dove una ventina di sentieri pedonali si immettono direttamente sulla carreggiata, la velocità in futuro si pensa verrà ridotta a 30 km/h.
Qui è prevista una nuova segnaletica verticale, simboli orizzontali ben visibili e dei rallentatori a effetto ottico, già sperimentati in altre città europee per indurre automaticamente chi guida a sollevare il piede dall’acceleratore.
Un futuro a 30 km/h
E poi c’è un tema che a Bologna si ripete ormai da mesi: la direzione intrapresa dalla città sembra essere chiara e non si limita ai provvedimenti più recenti. L’assessore alla Nuova Mobilità, Michele Campaniello, lo ha detto senza giri di parole: “Se avessimo potuto portare subito la velocità ai 30 l’avremmo fatto, ma passare dai 90 ai 30 non è stato possibile visti i paletti del Codice della Strada”.
Tradotto: la Zona 50 potrebbe essere solo un passaggio intermedio. Al momento il Codice non permette un taglio così drastico se non in condizioni specifiche, ma il Comune sembra già guardare oltre. Se la normativa nazionale cambierà, Bologna potrebbe essere pronta a ridurre ulteriormente i limiti, puntando su un modello di mobilità già adottato con successo in alcune città del Nord Europa.