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Bollo non pagato? Auto radiata!

Dic 13, 2016
Bollo non pagato? Auto radiata!

Chi non paga nei tempi stabiliti, paga dopo e salato: fare i furbetti, per esempio omettendo per tre anni consecutivi di pagare il bollo, d’ora in poi significa rischiare la radiazione automatica del veicolo dagli elenchi del PRA.

In realtà, la norma esiste da tempo, ma nella pratica è rimasta finora di fatto inapplicata. Merita quindi di essere segnalato l’improvviso avvio delle operazioni in tal senso avviate da Lombardia, Lazio e Puglia, che si sono messe all’opera procedendo con le prime radiazioni.

Subito sono emersi numeri da brivido: secondo i primi riscontri, si sarebbe superata la soglia delle 400.000 vetture non in regola, pari a circa all’1% del circolante nazionale.

E parliamo solo di tre Regioni!

E’ il frutto amaro di lunghi anni di inerzia gestionale, e inefficace relazione tra le strutture delegate al controllo ed alla gestione amministrativa dei veicoli: per esempio, lo STA (Sportello Telematico dell’Automobilista), il cui avvento agli inizi degli anni 2000 non ha prodotto gli sperati effetti positivi, visto che buona parte dei veicoli da radiare risulta immatricolata e dismessa quando lo STA già c’era e avrebbe dovuto registrare l’evento.

Il risultato della radiazione d’ufficio non riguarda tanto il recupero di gettito (nel Lazio sono stati messi in regola meno di duemila veicoli sui quasi 95mila individuati), quanto il ripulire gli archivi, che magari comprendono veicoli non più circolanti o ceduti. Tutti mezzi sui quali i proprietari non hanno alcun interesse a fermare la radiazione, mentre le Regioni sostengono costi per avvisi bonari, accertamenti e cartelle che non andranno mai a buon fine.

La situazione di oggi nasce dal sistema finora utilizzato, in cui convivevano gli archivi di Motorizzazione (con i dati tecnici dei veicoli e generalità del proprietario) e PRA (con i dati doppioni su proprietà ed informazioni tecniche). Pur viaggiando paralleli come i binari di un treno, nella pratica restavano disallineati: spesso chi acquistava un usato si registrava solo alla Motorizzazione (mettendo così a posto la carta di circolazione) ed ometteva la trascrizione al PRA, che comporta anche l’esborso di alcune centinaia di euro di imposta provinciale di trascrizione.

Con l’avvento dello STA, i due adempimenti sono diventati contestuali ed anzi è previsto un blocco quando si cerca di effettuarne solo uno.

Fatta la legge, però, trovato l’inganno: per esempio, la contestualità degli adempimenti in Motorizzazione e PRA non impedisce di nascondere a quest’ultimo l’acquisto. Infatti, l’articolo 94 del Codice non prevede che venditore e acquirente siano entrambi presenti allo STA: il primo ha il solo obbligo di far autenticare la sua firma sull’atto di vendita, ed è il secondo doversi recare allo STA; quindi, se il venditore non lo accompagna, può anche omettere l’adempimento.

Ecco come si spiega il perverso effetto di multe e bollo non pagati, che continuano ad arrivare al “vecchio proprietario”: non essendo stato registrato il passaggio di proprietà, per tutti resta ancora lui il referente del veicolo, anche se non è più in suo possesso.

E l’acquirente “furbo” può girare impunito, infischiandosene di divieti, ZTL ed altre amenità, visto che di fatto l’unico rischio che corre è di essere fermato ad un controllo di polizia e che gli operatori si insospettiscano nel trovare un altro nome sulla carta di circolazione.

A conti fatti, una possibilità di essere pizzicati inferiore a quella di diventare milionari con il Gratta e Vinci.

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