• 19 Dicembre 2025 16:40

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Bollo moto 2026: cosa cambia, chi paga e quanto costerà

Dic 19, 2025

Il bollo non è un pedaggio legato a quanto si usa il mezzo, ma una tassa di possesso. Non importa se la moto resta ferma in garage o se viene usata tutti i giorni per muoversi in città perché a contare è la registrazione dal punto di vista amministrativo. Questa impostazione, per quanto poco amata, è coerente con la natura del tributo, che viene trattato come tassa automobilistica regionale e quindi collegato alla proprietà del veicolo più che alla sua circolazione.

Chi paga il bollo, quanto e quali moto rientrano

Per i motocicli oltre 50 cc il bollo si applica con le regole tipiche della tassa di possesso mentre sotto questa soglia si entra nella disciplina della tassa di circolazione cioè legata all’effettivo uso su strada, che è un mondo diverso e meno automatico nel suo funzionamento. Quello che interessa alla maggior parte dei motociclisti è la fascia sopra i 50 cc, perché è lì che si concentra la gran parte del parco circolante tra scooter, naked, enduro e touring. Ed è lì che si applica la formula che combina potenza in kW e classe ambientale Euro, due dati che vanno presi dai documenti del mezzo.

All’interno di questa cornice normativa, il bollo si calcola in funzione dei kilowatt (kW) e della categoria Euro. Qui entra in scena un dettaglio tecnico che fa la differenza quando si prova a fare i conti a mano: la potenza utile ai fini del bollo viene considerata senza gonfiare i decimali. Di conseguenza si ragiona per valore intero in kW e che l’eventuale parte dopo la virgola non sposta il veicolo nello scaglione superiore.

La struttura della tariffa del bollo moto

Per le moto con potenza fino a 11 kW, molte guide e tabelle di riferimento riportano importi fissi che cambiano con la classe Euro: 26 euro per Euro 0, 23 euro per Euro 1, 21 euro per Euro 2, 19,11 euro per Euro 3 e superiori. Quando la potenza supera 11 kW, la logica diventa a due livelli: una quota fissa più una componente che cresce sui kW eccedenti con valori che variano a seconda della classe Euro.

È qui che si capisce perché due moto apparentemente simili, magari entrambe da 600–700 cc, possono avere un bollo diverso: non basta la cilindrata, contano la potenza omologata e la classe emissiva. Di più: siccome il bollo è regionale, le tabelle nazionali sono utili per orientarsi ma non bastano per conoscere l’importo finale con certezza. Quando l’obiettivo è evitare errori la strada davvero è affidarsi al servizio di calcolo del bollo messo a disposizione da ACI, che nasce proprio per restituire l’importo della tassa automobilistica regionale dovuta in base ai dati del veicolo e alla Regione di riferimento.

Quando si paga nel 2026

Per le moto immatricolate dal primo gennaio 2026, la scadenza del pagamento del bollo moto viene agganciata al mese di immatricolazione, con pagamento entro l’ultimo giorno del mese successivo. L’effetto è che il bollo smette di essere percepito come un appuntamento standard di inizio anno ed è personalizzato ovvero legato alla targa e alla sua data.

Per le moto immatricolate prima del primo gennaio 2026 non si riscrive la storia: continua a valere la scadenza già associata al veicolo e la cosa più sensata è controllare la ricevuta dell’ultimo pagamento o verificare i dati con un canale ufficiale.

Il tema delle moto elettriche merita attenzione perché, a seconda della Regione, possono essere applicate agevolazioni, esenzioni temporanee o trattamenti particolari pensati per incentivare la mobilità a basse emissioni. Il versamento può avvenire in modalità digitale, attraverso il portale ACI, i servizi di home banking o l’app IO della Pubblica Amministrazione, ma resta sempre possibile scegliere la via tradizionale recandosi di persona presso tabaccherie convenzionate Sisal o Lottomatica, uffici postali, punti Mooney, delegazioni ACI o agenzie di pratiche auto.

Moto storiche tra esenzioni e tassa di circolazione forfettaria

Sul fronte delle agevolazioni bisogna tenere insieme tre livelli: regola nazionale, applicazione regionale e requisiti documentali.

Per i veicoli con almeno 30 anni, alcune Regioni indicano l’esenzione dalla tassa automobilistica senza particolari requisiti aggiuntivi, facendo scattare il beneficio in automatico al compimento del trentesimo anno. Attenzione: in alcune Regioni l’esenzione dalla tassa di possesso non significa zero per sempre in assoluto: se il veicolo ultratrentennale circola su strade e aree pubbliche può essere dovuta una tassa di circolazione forfettaria con importi fissati localmente.

Per i veicoli tra 20 e 29 anni, entra in gioco la riduzione del 50% prevista dalla normativa nazionale in presenza dei requisiti di storicità, e qui il CRS (Certificato di Rilevanza Storica) è il documento di riferimento. In questo contesto occorre allora verificare che la Regione di riferimento sia quella corretta perché il bollo è un tributo territoriale e una variazione di residenza o di intestazione può cambiare dove e come si gestisce il pagamento.

C’è poi un controllo tecnico: accertarsi di leggere bene kW e classe Euro perché pilotano l’importo. Infine, capire se la moto rientra nel gruppo delle nuove immatricolazioni dal 2026 con calendario legato al mese di targa, oppure se resta nel sistema precedente.

Radiazione, demolizione ed esportazione

Se si vuole interrompere l’obbligo di pagare tutto gli anni il bollo non basta mettere la moto in box e consegnare la targa a un cassetto. La discontinuità fiscale arriva quando si formalizza una pratica che chiude il rapporto tra veicolo e registro, cioè una demolizione con procedura corretta, una radiazione per esportazione o altre fattispecie amministrative equivalenti previste dalle regole di gestione del parco veicoli.

Il il sistema riconosce lo stop quando esiste un atto tracciabile che modifica lo status della moto: è quel cambio di stato che taglia la catena del tributo.

Il bollo è poi uno dei terreni preferiti per i fraintendimenti tra venditore e acquirente perché il cambio di intestazione nella testa delle persone è immediato mentre sul piano amministrativo è legato a date, registrazioni e verifiche. Ciò che conta è chi risulta proprietario nei registri, ma nella pratica i casi si complicano quando si vendono moto vicino alle scadenze o quando la trascrizione viene fatta tardi. Qui la regola prudente è trattare il bollo come una partita da chiudere nella fase di vendita.

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