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La fine delle tutele di prezzo scatterà il 1° gennaio 2022. Ecco tutte le risposte ai tanti dubbi di chi ancora non ha lasciato la maggior tutela
di Celestina Dominelli
16 febbraio 2020
4′ di lettura
Sul passaggio dalla maggior tutela al mercato libero per le bollette di luce e gas si moltiplica quotidianamente il pressing sui consumatori che ancora non hanno scelto. Telefonate, a volte molto aggressive, in cui si viene invitati con una certa solerzia ad abbandonare la maggior tutela pena il rischio di problemi o la minaccia di interruzione della fornitura. E ancora, proposte di risparmi strabilianti con nuove offerte accompagnate però dalla richiesta di procedere celermente per non perdere una simile possibilità. Insomma, un vero e proprio assedio che non accenna a diminuire nonostante la fine dei servizi di tutela nel mercato dell’energia sia stata fatta slittare, con l’ultimo Milleproroghe, al 1° gennaio 2022. Una proroga che dovrebbe consentire di risolvere i tanti nodi ancora irrisolti segnalati di recente dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera).
Cosa sono i servizi di tutela di prezzo e la platea coinvolta
Vale forse la pena chiarire innanzitutto cosa si intende per maggior tutela e qual è la platea di utenti attualmente interessata. I servizi di tutela di prezzo rinviano a condizioni economiche e contrattuali fissate dall’Autorità presieduta da Stefano Besseghini: i prezzi riflettono le condizioni prevalenti nel mercato all’ingrosso e si riferiscono solo alla fornitura della materia prima perché questo tipo di regime non include, diversamente da quello che può accadere nel mercato libero, servizi aggiuntivi. Attualmente (dati 2019) i consumatori sotto “tutela” sono quasi 18 milioni nell’elettrico (famiglie e piccole imprese) e 9,6 milioni nel gas (domestici e condomini uso domestico).
Nessuna interruzione della fornitura in caso di mancata scelta
I clienti interessati dal passaggio ricevono in bolletta, dal gennaio 2018, secondo modalità fissate dalla stessa Autorità e su base semestrale, un’informativa del venditore che fornisce ragguagli sul superamento della maggior tutela (ad esempio, comunicazioni in bolletta nella sezione dedicata all’Autorità). Già oggi, quindi, si può decidere di passare al mercato libero selezionando l’offerta che risulta più in linea con le proprie esigenze. Il passaggio andrà effettuato entro la scadenza fissata dalla legge. E non ci sono penalizzazioni o, peggio, problematiche particolari se ancora non avete lasciato il regime di tutela del prezzo. Soprattutto, è bene sgombrare il campo dalle tante leggende metropolitane, a partire da quella, spesso fatta circolare da sedicenti venditori, che la mancata scelta al 1° gennaio 2022 coincida con una interruzione della fornitura.
Il passaggio al nuovo operatore senza oneri aggiuntivi
Se per quella data il consumatore finale (famiglia o piccola impresa) non avrà individuato un venditore e un’offerta nel mercato libero, non ci sarà alcuno stop alla fornitura di luce e/o gas. Sarà infatti assicurata la fornitura per tutto il tempo che servirà a scegliere un nuovo venditore nel mercato libero. E, una volta effettuata la scelta, sarà l’operatore del mercato dell’energia a inoltrare la richiesta di chiusura del vecchio contratto al fornitore precedente (recesso). Questa operazione non comporta oneri aggiuntivi e, soprattutto, non determina alcuno stop alla fornitura di energia.
Per chi non sceglie scatta il servizio di salvaguardia
Per gli utenti che non avranno scelto entro il 1° gennaio 2022, il percorso è per diversi aspetti ancora da puntellare. E la stessa Autorità, nell’ultima segnalazione inviata a Governo e Parlamento, ha messo in fila le problematiche devono essere sciolte. Ad ogni modo, la legge sulla concorrenza, che ha stabilito la liberalizzazione definitiva del mercato dell’energia, ha fissato anche alcuni punti fermi. Il primo riguarda il fatto che i clienti senza fornitore all’indomani della fine delle tutele di prezzo saranno assegnati al cosiddetto “servizio di salvaguardia” mediante procedure concorsuali (le aste) e con condizioni che incentivino il passaggio al mercato libero.