Un evento che fa rumore, quasi quanto quello dei suoi corposi motori, che siano essi dei sei cilindri in linea o dei robusti V8, ma a Monaco di Baviera si chiude un capitolo. Gli appassionati della benzina e del motore a scoppio da oggi saranno più soli, perché BMW saluta dopo sessant’anni di attività i motori endotermici.
La fine di un’era. La fabbrica situata nel capoluogo bavarese ha cessato la produzione dei suoi incredibili propulsori, che hanno fatto vibrare milioni di appassionati e segnato inevitabilmente un’epoca.
L’ultima unità sfornata è un V8, non a caso uno dei gioielli della Bayerische Motoren Werke, un’azienda nata proprio come motorista e in prima istanza per l’aviazione. Non a caso, il suo simbolo è un’elica, anche se la versione ufficiale ci racconta che quei quattro scacchi bianco-azzurri non sono che un richiamo della bandiera bavarese.
Gli endotermici proseguono altrove
Quello di BMW è un addio a metà, perché è il fortino principale, l’avamposto dove tutto ebbe inizio che saluta la tradizione. La fabbrica di Monaco di Baviera è pronta alla conversione e a cedere il passo a una catena di montaggio che si concentrerà sull’elettrico e su tutti i derivati della nuova frontiera della mobilità.
Adesso, i circa 1.200 lavoratori addetti ai motori a scoppio sono stati riqualificati integralmente e ricollocati in alternative aree produttive, mentre le strutture industriali, tramite un esborso di 400 milioni di euro, saranno demolite per lasciare via libera alla realizzazione di un nuovo capannone capace di accogliere una linea di assemblaggio di veicoli a zero emissioni sulla base della nuova piattaforma Neue Klasse.
Dunque, il costruttore tedesco – per il momento – prosegue con i motori a scoppio (come quelli della nuova X1 M35) ma in altri luoghi strategici del proprio universo. Non a caso, ogni attività di assemblaggio è stata trasferita in modo completo in altri due siti: quello di Hams Hall, nel Regno Unito, e quello della Magna Steyr, in Austria. Quindi la produzione, che spazia dai piccoli quattro cilindri ai magnifici V12, è stata messa in custodia da altri lidi.
Cenni storici di BMW
La grande espansione di BMW, con il suo quartiere generale di Monaco di Baviera, avvenne a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta del secolo scorso. Gran parte del merito di questa crescita va attribuito a Eberhard von Kuenheim, presidente dell’azienda, che promosse con pieno successo la crescita tecnologica e produttiva dell’intera fabbrica, e che si guadagnò il ruolo di primo promotore della costruzione del famoso grattacielo Vierzylinder, che tutt’ora domina sull’area produttiva di Monaco.
Da quel momento, i motori turbo prima e i 6 cilindri in linea poi, divennero il simbolo dell’intera casata, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Sono stati poi seguiti dai V8, dai V10 e persino dai V12, che hanno equipaggiato (ed equipaggiano) anche alcune Rolls-Royce, marchio di estremo lusso entrato nella galassia tedesca già da qualche decade.
Quindi, anche se adesso Monaco interrompe la propria lunga tradizione, BMW ancora per un po’ delizierà gli appassionati con i suoi esuberanti propulsori endotermici. Il futuro però sarà elettrico (anche per le due ruote), ma siamo certi che il coinvolgimento emotivo non mancherà, perché fa parte del DNA di questo costruttore.