ROMA – Un negozio italiano su quattro si dice pronto al Black Friday. Sfidando la legge, che vieta sconti a trenta giorni dal Natale (specie in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna). E rischiando così sanzioni salate. Ma tanta è la voglia di partecipare al festival del consumo globale, planato dagli Stati Uniti sugli schermi e scaffali anche di casa nostra, che quasi un quarto dei piccoli commercianti quest’anno ci prova. Almeno così rileva Confesercenti in un’indagine commissionata ad hoc su un campione di imprese al dettaglio tradizionale e del turismo.
Dalla rete alla strada, insomma. Il 23% delle botteghe proverà a intercettare il flusso degli acquisti e offrirà super promozioni nel Venerdì Nero. Il 33% vorrebbe farlo, ma alla fine rimanderà al prossimo anno. Sperando (chissà) in un contesto normativo più clemente e uniforme. Fin qui la grande torta del Black Friday, sempre a sentire gli esercenti, finisce nelle tasche dei big: il 62% assicurato dai siti di ecommerce, il 25% dalla grande distribuzione organizzata. Solo le briciole agli altri, con un 8% striminzito ai negozi in dettaglio.
L’auspicio è di invertire la tendenza. Anche se pare complicato battere le dot com sul loro terreno di elezione: il mail bombing, la pubblicità bombardata via posta elettronica o sms. Sempre la Confesercenti stima che negli ultimi 15 giorni gli italiani hanno ricevuto circa 100 milioni di mail, sms, messaggi promozionali. Senza contare il tambureggiante insistere sui social media, dove tutto si confonde e tiene nell’era della post-verità: notizie, pubblicità, sconti.
E’ dunque arrivato in Italia il tempo di sdoganare il saldo pre-natalizio? In tempi di economia allo zero virgola, è certo l’auspicio dei commercianti. Che d’altro canto oramai già lo praticano tutto l’anno. Con proposte mirate e super scontate ai clienti più fedeli e disposti a spendere.