Non si parla d’altro che dello stop alla vendita di auto a benzina e diesel in Europa a partire dal 2035, una questione molto delicata, che sembrava ormai essere certa, ma che oggi è stata nuovamente rinviata.
Abbiamo dedicato un approfondimento particolare a questo argomento e a tutto quello che sta succedendo nelle ultime ore nell’UE. L’Italia non è d’accordo con l’utilizzo esclusivo di auto elettriche, lo stesso pensano anche altri Paesi, tra cui la Germania, che ha proposto l’utilizzo dei carburanti sintetici per “salvare” i motori termici e i posti di lavoro, che con la transizione energetica sono a rischio.
Il ruolo degli e-fuel in Europa
Come abbiamo detto, i carburanti sintetici potrebbero essere una delle alternative all’elettrico. Il problema è che oggi Eni pensa di produrre 6 milioni di tonnellate all’anno di biocarburanti nei prossimi dieci anni, ma in Italia il consumo annuale è di 7 milioni di tonnellate di benzina per le auto, 23 milioni di tonnellate di gasolio per i motori diesel e 4,5 milioni di tonnellate per il cherosene dei jet.
I biocarburanti quindi non basteranno per salvare i motori endotermici e il parco auto a benzina e diesel in Italia. Le Case automobilistiche e l’Esecutivo sostengono che i biocombustibili potrebbero consentire un buon taglio di emissioni inquinanti provenienti da auto e camion, mantenendo lo stesso parco veicolare.
La transizione verso l’auto elettrica è giusta e inevitabile, questo è il pensiero comune, il problema è come affrontare questo percorso nei prossimi anni. La proposta della Germania è di continuare a far circolare i veicoli a combustione interna, ma senza emettere CO2, usando appunto gli e-fuel.
I carburanti sintetici in Italia
L’Italia è avanti nella ricerca e nella produzione di biocarburanti, grazie anche a Eni. Nei giorni scorsi abbiamo visto che è arrivato nel nostro Paese il nuovo HVOlution, già disponibile in 50 Eni Live Station. Entro la fine del mese di marzo sarà presente in tutto in 150 stazioni. Questo nuovo diesel alternativo viene prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali, oltre che da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare; oggi è già utilizzabile dalle motorizzazioni omologate.
La raffineria di Porto Marghera è stata riconvertita al bio nel 2014, quella di Gela nel 2019.
L’obiettivo di Eni è produrre 2 milioni di tonnellate di biocarburanti all’anno nel 2025, e arrivare a 6 milioni all’anno in circa 10 anni, e per farlo sta investendo in differenti Paesi in Africa, per riuscire a realizzare grandi piantagioni di colture oleaginose (soprattutto ricino), che hanno bisogno di una quantità esigua di acqua e che non “disturbano” le colture alimentari.
In Kenya c’è già un agrihub, inaugurato nel 2022, e ne arriverà presto un altro. Poi sarà la volta del terzo, sempre nel 2023, ma in Congo. Per il settore dell’aviazione è un business molto importante, visto che l’elettrificazione è impossibile e i biocarburanti potrebbero essere l’unico modo per eliminare le emissioni dei jet.
Il problema resta nel settore dell’automotive: servirebbe una quantità molto più elevata di quella prevista da Eni per riuscire ad alimentare l’intero parco veicolare con gli e-fuel. Come abbiamo anticipato, secondo i dati del Ministero delle Imprese aggiornati al 2021, il nostro Paese consuma 7 milioni di tonnellate di benzina all’anno per le auto e 23 milioni di tonnellate di gasolio per i motori diesel.