Non c’è anno in cui Top Marques Monaco non riesca ad attirare brand e modelli lussuosissimi. Il celebre evento ha fatto da cornice pure a una nuova hypercar italiana, la Bertone GB110. Oltre a colpire per la sua bellezza, l’hypercar ha un’altra peculiarità, che la rende tanto interessante: l’animo ecologico. Sì, oggigiorno le vetture ibride ed elettriche costituiscono una realtà del settore, ma il modo in cui viene perseguito il rispetto ambientale assume una forma differente.
Dal “bi” al tridimensionale
Da quasi un paio d’anni, il progetto era sulla bocca di tutti, in seguito ad alcuni rendering dettagliati. Ma dal “bi” al tridimensionale ci passa il mare. Ecco perché era forte la curiosità degli appassionati di scoprire se le qualità declamate in partenza avrebbero ottenuto riscontro in realtà. Lasciava presagire il meglio la reputazione dell’azienda, guadagnata negli anni di onorata carriera. Tristemente fallita nel 2014, prima di risorgere dalle proprie ceneri, i progettisti intendevano lasciare di stucco i visitatori. E, a giudicare dalle reazioni iniziali, hanno portato a compimento la missione.
Fonte: Ufficio Stampa BertoneDa rifiuti di plastica a carburante: la Bertone GB110 riscrive le legge della sostenibilità
In occasione del 110° anniversario dell’azienda, gli “stilisti delle quattro ruote” hanno tirato su il velo alla GB110 e non c’è che dire: sa come lasciare il segno. La carrozzeria del bolide si discosta dai soliti cliché del mercato e, alla luce delle parecchie hypercar costose immesse in vendita, questo è già emblematico circa la personalità impressa. All’anteriore emana naturale carisma sia per i fari stretti sia per la sottile parte estesa tra le luci leggermente rialzate sopra il cofano, al posteriore traspare l’imponenza.
Il motore è della Lamborghini Huracan? Gli indizi dicono di sì
In precedenza, i portavoce della compagnia avevano ammesso di essersi ispirati a una vettura preesistente, senza specificare quale. Saremo costretti a vivere con tale dubbio, sebbene, stando alla tesi prevalente, deriverebbe dalla Lamborghini Huracan. Induce a supporlo il “cuore pulsante”, un dieci cilindri da 5.2 litri integrato da una coppia di turbocompressori, capace di sprigionare una potenza di 1.100 CV e 1.100 Nm di coppia motrice massima.
Lo studio di progettazione sostiene che sia in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 2,79 secondi, da 0 a 200 km/h in 6,79 secondi e di raggiungere i 300 orari da fermo in appena 14 secondi. La velocità massima supera, invece, i 380 km/h. L’esuberanza viene trasmessa attraverso un cambio a doppia frizione a sette rapporti a tutte e quattro le ruote.
Numeri impressionanti, ma quasi messi in secondo piano dal particolare sistema di alimentazione. Anziché puntare su benzina e diesel tradizionali, i tecnici hanno optato in favore di qualcosa di davvero originale: rifiuti di plastica. In collaborazione con Select Fuel, l’azienda ha sviluppato una tecnologia brevettata per convertire i materiali in policarbonato in combustibile fossile. Su cosa abbia spinto Bertone ad accettare la sfida, ne ha parlato Jean-Frank: “Crediamo che affrontare l’inquinamento richieda soluzioni diverse che impiegano varie tecnologie – ha dichiarato l’amministratore delegato -. I rifiuti di plastica devono essere trattati come una risorsa preziosa. Attraverso la nostra partnership con Select Fuel, trasformiamo i rifiuti nella loro forma originale”.