• 24 Aprile 2024 11:54

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Bergomi: “L’Inter ha vinto la Coppa Italia con merito, decisione giuste”. Ma attenti all’effetto scarico

Mag 12, 2022

AGI – “L’Inter ha vinto con merito contro una buona Juve” e “sono d’accordo con tutte le scelte” dell’arbitro: questo il commento di Beppe Bergomi alla finale di Coppa Italia vinta dai nerazzurri. “In questo momento” la squadra di Simone Inzaghi “ha qualcosa in più come carattere, un aspetto che di solito apparteneva ai bianconeri”, ha dichiarato l’ex bandiera nerazzurra in un’intervista all’AGI, “non molla mai in mezzo al campo, è solida, con 4 gol in una finale non si può non darle merito”. Poi il telecronista di Sky allarga lo sguardo alla sfida di domenica sera a Cagliari, decisiva per tenere vivo il sogno scudetto: “Attenzione allo scarico emotivo e nervoso” dopo il trofeo conquistato, “l’Inter deve sbloccarla subito e poi gestirla con i cambi, se no diventa complicata, perché il Cagliari si gioca tutto, a casa loro e con il nuovo allenatore”.

Finale appassionante

Per il telecronista di Sky la finale dell’Olimpico “è stata una partita equilibrata”: “Da spettatore col cuore nerazzurro direi appassionante”, ha aggiunto. Quanto alle polemiche sull’arbitraggio, Bergomi non ha ravvisato errori da parte di Valeri: “Sono d’accordo con tutte le scelte prese in campo, da quella per Brozovic, che sicuramente non ce l’aveva con l’arbitro, ai rigori concessi: sul primo, c’è stata un po’ di imprudenza di Bonucci e De Ligt, sul secondo non ci sono dubbi”.

Le insidie di Cagliari

Quanto alla partita di domenica sera alla Domus Arena, per Bergomi nasconde molte insidie: “L’approccio dell’Inter sarà positivo, mentalmente la squadra ha sicuramente un’iniezione di fiducia in più, ma la carica emotiva e nervosa spesa in Coppa è molta, sono state spese tante energie fisiche, sia per la rivalità con la Juve, che per le tensioni in campo, e questo fattore può pesare sui prossimi 90 minuti”.

Perisic Mvp stagionale

Sono diversi i protagonisti della rosa interista che sono stati decisivi in questa stagione, ma tra tutti il Campione del mondo 82′ ne sceglie uno: “Perisic è il mio mvp stagionale, ha avuto un rendimento costante, non ha mai vissuto alti e bassi, lui salta l’uomo, ti dà profondità, e all’Olimpico lo ha dimostrato. Quest’anno l’Inter ha un’anima slava”.
E nella lotta scudetto tra le due milanesi, chi vincerà? Secondo il commentatore di Sky “è favorito il Milan, quest’anno rispetto alle altre competitor ha avuto una tenuta mentale incredibile, alle sconfitte reagiva con una vittoria, sempre sul pezzo. E questo grazie alla gioventù, all’allenatore, alla società”. “Oggi è una squadra in flusso, va tutto per il verso giusto e vedo difficile che possa sbagliare una partita. Le insidie ci sono, la pressione anche, ma il Milan può permettersi anche un pareggio”.  

Le differenze tra Inter e Milan

Su chi sia più meritevole per il tricolore, Bergomi non si sbilancia: “L’Inter ha sempre fatto meglio quando si sono affrontate tra loro, ma paradossalmente il Milan è avanti sugli scontri diretti, la classifica dice questo. Il Milan nei momenti cruciali è stato più forte e non è lì per caso. La perseveranza di risultati ti porta a vincere”. Ma sebbene siano le prime della classe, entrambe le squadre hanno delle lacune che, in riferimento alla capolista, l’ex difensore nerazzurro riconduce alla “mancanza di un vero centravanti, anche se tutto il resto funziona bene”. “E’ una squadra costruita bene, con stile europeo, con gente di gamba che salta l’uomo come Leao, come Hernandez, Calabria, con un centrocampo solido”.
Sull’Inter invece crede che “manchi un Lukaku di turno, un leader emotivo della squadra come lui, un attaccante che ti dà profondità”. La bandiera nerazzurra dal 2020 nella Hall of Fame dell’Inter, valuta inoltre positivamente il percorso di Inzaghi alla sua prima stagione meneghina: “Al suo arrivo ha dovuto affrontare la partenza di Lukaku e quella di Hakimi e nonostante ciò ha alzato il livello del gioco. A inizio stagione ha giocato un calcio bellissimo, poi un calo e ora è tornata in forma”. Un compito non scontato, soprattutto perché si è trovato a dover gestire l’eredità importante di un tecnico come Antonio Conte e della sua stagione vincente: “Tra Conte e Inzaghi? Non ho un preferito. A Conte hanno dato una missione: in 2 anni vincere lo scudetto, lui ha dato la mentalità che poi hanno messo in campo quest’anno. Inzaghi, pur non avendo determinati giocatori, è stato una sorpresa, so che fa questo lavoro con passione, ma Milano non è una piazza facile, specialmente con i tanti cambiamenti che ci sono stati. Comunque vada è stata un’annata comunque positiva per lui, voto 8. E il merito va inoltre al percorso dell’Inter negli anni, bravi tutti, dalla società agli allenatori”.

L’importanza dei tedeschi nell’Inter del Trap

La corsa al tricolore in casa nerazzurra Beppe Bergomi conosce bene, sempre fedele all’Inter in tutti gli anni della sua carriera da calciatore. E proprio ricordando la conquista dello scudetto dei record 88-89, racconta: “La cavalcata è stata incredibile, eravamo tutti dei buoni giocatori, io, Ferri, Zenga, Aldo Serena, ma avevamo bisogno dei campioni per il salto di qualità. E Matthaeus insieme a Brehme ci ha dato tanto, i tedeschi avevano una mentalità importante. Mi ricordo che Brehme non sapeva mai il calendario delle partite, ma chiunque fosse l’avversario, il suo mantra era: “Vinciamo!”. 

AGI – “L’Inter ha vinto con merito contro una buona Juve” e “sono d’accordo con tutte le scelte” dell’arbitro: questo il commento di Beppe Bergomi alla finale di Coppa Italia vinta dai nerazzurri. “In questo momento” la squadra di Simone Inzaghi “ha qualcosa in più come carattere, un aspetto che di solito apparteneva ai bianconeri”, ha dichiarato l’ex bandiera nerazzurra in un’intervista all’AGI, “non molla mai in mezzo al campo, è solida, con 4 gol in una finale non si può non darle merito”. Poi il telecronista di Sky allarga lo sguardo alla sfida di domenica sera a Cagliari, decisiva per tenere vivo il sogno scudetto: “Attenzione allo scarico emotivo e nervoso” dopo il trofeo conquistato, “l’Inter deve sbloccarla subito e poi gestirla con i cambi, se no diventa complicata, perché il Cagliari si gioca tutto, a casa loro e con il nuovo allenatore”.
Finale appassionante
Per il telecronista di Sky la finale dell’Olimpico “è stata una partita equilibrata”: “Da spettatore col cuore nerazzurro direi appassionante”, ha aggiunto. Quanto alle polemiche sull’arbitraggio, Bergomi non ha ravvisato errori da parte di Valeri: “Sono d’accordo con tutte le scelte prese in campo, da quella per Brozovic, che sicuramente non ce l’aveva con l’arbitro, ai rigori concessi: sul primo, c’è stata un po’ di imprudenza di Bonucci e De Ligt, sul secondo non ci sono dubbi”.
Le insidie di Cagliari
Quanto alla partita di domenica sera alla Domus Arena, per Bergomi nasconde molte insidie: “L’approccio dell’Inter sarà positivo, mentalmente la squadra ha sicuramente un’iniezione di fiducia in più, ma la carica emotiva e nervosa spesa in Coppa è molta, sono state spese tante energie fisiche, sia per la rivalità con la Juve, che per le tensioni in campo, e questo fattore può pesare sui prossimi 90 minuti”.
Perisic Mvp stagionale
Sono diversi i protagonisti della rosa interista che sono stati decisivi in questa stagione, ma tra tutti il Campione del mondo 82′ ne sceglie uno: “Perisic è il mio mvp stagionale, ha avuto un rendimento costante, non ha mai vissuto alti e bassi, lui salta l’uomo, ti dà profondità, e all’Olimpico lo ha dimostrato. Quest’anno l’Inter ha un’anima slava”. E nella lotta scudetto tra le due milanesi, chi vincerà? Secondo il commentatore di Sky “è favorito il Milan, quest’anno rispetto alle altre competitor ha avuto una tenuta mentale incredibile, alle sconfitte reagiva con una vittoria, sempre sul pezzo. E questo grazie alla gioventù, all’allenatore, alla società”. “Oggi è una squadra in flusso, va tutto per il verso giusto e vedo difficile che possa sbagliare una partita. Le insidie ci sono, la pressione anche, ma il Milan può permettersi anche un pareggio”.  
Le differenze tra Inter e Milan
Su chi sia più meritevole per il tricolore, Bergomi non si sbilancia: “L’Inter ha sempre fatto meglio quando si sono affrontate tra loro, ma paradossalmente il Milan è avanti sugli scontri diretti, la classifica dice questo. Il Milan nei momenti cruciali è stato più forte e non è lì per caso. La perseveranza di risultati ti porta a vincere”. Ma sebbene siano le prime della classe, entrambe le squadre hanno delle lacune che, in riferimento alla capolista, l’ex difensore nerazzurro riconduce alla “mancanza di un vero centravanti, anche se tutto il resto funziona bene”. “E’ una squadra costruita bene, con stile europeo, con gente di gamba che salta l’uomo come Leao, come Hernandez, Calabria, con un centrocampo solido”. Sull’Inter invece crede che “manchi un Lukaku di turno, un leader emotivo della squadra come lui, un attaccante che ti dà profondità”. La bandiera nerazzurra dal 2020 nella Hall of Fame dell’Inter, valuta inoltre positivamente il percorso di Inzaghi alla sua prima stagione meneghina: “Al suo arrivo ha dovuto affrontare la partenza di Lukaku e quella di Hakimi e nonostante ciò ha alzato il livello del gioco. A inizio stagione ha giocato un calcio bellissimo, poi un calo e ora è tornata in forma”. Un compito non scontato, soprattutto perché si è trovato a dover gestire l’eredità importante di un tecnico come Antonio Conte e della sua stagione vincente: “Tra Conte e Inzaghi? Non ho un preferito. A Conte hanno dato una missione: in 2 anni vincere lo scudetto, lui ha dato la mentalità che poi hanno messo in campo quest’anno. Inzaghi, pur non avendo determinati giocatori, è stato una sorpresa, so che fa questo lavoro con passione, ma Milano non è una piazza facile, specialmente con i tanti cambiamenti che ci sono stati. Comunque vada è stata un’annata comunque positiva per lui, voto 8. E il merito va inoltre al percorso dell’Inter negli anni, bravi tutti, dalla società agli allenatori”.
L’importanza dei tedeschi nell’Inter del Trap
La corsa al tricolore in casa nerazzurra Beppe Bergomi conosce bene, sempre fedele all’Inter in tutti gli anni della sua carriera da calciatore. E proprio ricordando la conquista dello scudetto dei record 88-89, racconta: “La cavalcata è stata incredibile, eravamo tutti dei buoni giocatori, io, Ferri, Zenga, Aldo Serena, ma avevamo bisogno dei campioni per il salto di qualità. E Matthaeus insieme a Brehme ci ha dato tanto, i tedeschi avevano una mentalità importante. Mi ricordo che Brehme non sapeva mai il calendario delle partite, ma chiunque fosse l’avversario, il suo mantra era: “Vinciamo!”. 

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