AGI – Madri, padri e bambini in passerella con t-shirt, pantaloni e tutine per bebè, con dalie e margherite. Che si aggiungono alle stampe di banane, mirtilli, more, fragole. La collezione SS24 del direttore creativo Andrea Incontri presentata nella Fashion week milanese, è un viaggio colorato nell’universo dei codici di United Colors of Benetton.
“C’è una maggiore consapevolezza per l’eredità del marchio, la qualità e il progetto – spiega nel backstage lo stilista -. Quello che sto cercando di fare è ricostruire i valori fondamentali attraverso il prodotto. Che sia inclusivo. Il mio approccio non è legato tanto al genere quanto alla qualità. Sono dei prodotti trasversali, e soprattutto è un marchio generazionale, credo sia forse l’unico al mondo ad avere questa estensione. Noi abbracciamo dal neonato fino all’adulto”.
E infatti in pedana si sono visti sfilare interi nuclei con lo stesso look, distinti solo da tonalità di colore. Lo scambio generazionale è il vero manifesto di questa sfilata. Un fashion show dove righe di colore invadono lo spazio a 360, una catwalk con modelli e modelle – e kids – che rappresentano identità reali: nuclei multietnici e poligenerazionali, a sottolineare la democratica bellezza di Benetton e la ricerca di sensibilità umana.
Andrea Incontri applica la sua filosofia di praticità al patrimonio estetico del brand, affascinato dall’interazione tra iconico e riproducibile. Iconico come la maglieria, core business del brand. Proprio da liì è partito il direttore creativo: “la maglieria è il punto focale della collezione, nasce nel 1965. È La genesi vera del marchio, fino all’evoluzione più grande legata al jersey, abbiamo una parte di Twin set stampati in maglieria. Anche la polo è protagonista nello show. Ci sono uniformi stampate con i fiori, un all over molto preciso sia per l’uomo che per la donna, fino ad arrivare a delle polo in piqué over size che funzionano molto come dei mini dress”.
A questo si aggiunge l’attenzione per i dettagli. C’è la Be Bag, postina 3.0 che è diventata un piccolo cult e la soffice ‘pillow bag’ una morbida tracolla. E “c’è anche un vero cuscino con la coperta, perché noi ci occupiamo anche di Home Collection. Il progetto dunque è estendibile non solo a diverse età ma anche a diversi contesti e funzioni d’uso”. E poi ci sono le stampe e le scritte, messaggere di un significato. Colorate ai pastelli, dipinte a olio, all over o in 3D.
“Il logo è una rappresentazione, non insolita certo, in questo caso – spiega Incerti – l’ho fatto riprendendo una maglia di archivio con questo ricamo tono su tono. Nella mia prima collezione Fruit of desire, con le ciliegie è andata molto bene, sia a livello mediatico sia con il consumatore e per questo abbiamo voluto portarla avanti, è diventata quasi un segno distintivo. Adesso abbiamo le fragole le banane”. E poi stripes, le righe – codice del brand – qui riprodotte in multipli di stile, a crochet, o impreziosite da fili di lurex.