• 2 Maggio 2024 0:00

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Bari, più facile trovare lavoro se si studia al Flacco e allo Scacchi. Nella graduatoria sale il Romanazzi

Nov 16, 2016

Tante conferme, qualche novità. Eduscopio è un progetto della fondazione Giovanni Agnelli che ogni anno passa allo scanner gli istituti superiori italiani. Dandogli dei punteggi in base a una serie di criteri, e cercando di fornire informazioni utili non solo a quanti hanno il diploma in tasca, ma anche ai ragazzi alle prese con la scelta della scuola di secondo grado.

E allora per il 2016 il Flacco, storico liceo classico di Bari, si tiene saldo il suo primo posto, seguito dal Socrate e dal Margherita – quest’ultimo privato – e dal Domenico Cirillo. È più lunga la classifica del liceo scientifico, che resta invariata dall’anno scorso: Scacchi e Fermi, poi Cirillo e Salvemini, il Cartesio di Triggiano, il Marconi – Hack e l’Alessandro Volta (privato). I cambiamenti arrivano quando si guarda al linguistico: il Cartesio passa dal primo al terzo posto, il Marco Polo resta al secondo, il Giulio Cesare scende al quarto.

La medaglia d’oro spetta quindi a una nuova entrata, il Domenico Romanazzi. Le carte si sparigliano anche per gli istituti tecnico-economici: il Giulio Cesare perde una posizione ed è al secondo posto, trionfa sempre il Romanazzi che relega il Marco Polo al terzo. Il Bianchi Dottula è l’unico liceo delle scienze umane recensito, per i tecnico-tecnologici ci sono il Panetti – Pitagora e l’Elena di Savoia, mentre sparisce l’Euclide.

La ricerca della fondazione Agnelli è limitata geograficamente – si può selezionare al massimo un raggio di 30 chilometri – proprio perché intende offrire metri di paragone fattibili, per le famiglie che si occupano dell’educazione scolastica dei figli. E quanto sarà visibile su eduscopio.it diventa uno strumento utile per organizzare al meglio il futuro. I confronti possibili sono quelli tra scuole dello stesso tipo, proprio per rendere minima la confusione, i parametri presi in considerazione fanno leva sugli esiti universitari. Anche se ci sono due criteri importanti da non lasciarsi sfuggire: l’indice di occupazione, che si basa sui diplomati che non hanno proseguito gli studi e hanno lavorato almeno per sei mesi nei due anni successivi; l’indice di coerenza che invece si concentra sul rapporto di lavoro a due anni dalla fine degli studi, per vedere se è in linea con il percorso seguito durante l’adolescenza.

L’attesa è finita e il rapporto 2016 riserverà sicuramente qualche sorpresa, ma anche le schede dell’anno passato non sono da meno. Si nota a esempio che il Flacco di Bari ha un 4 per cento di studenti che non si immatricolano all’università, la metà rispetto alle scuole dello stesso indirizzo nella regione. La maggior parte degli studenti – il 29,1 per cento – sceglie di proseguire una carriera giuridico-politica, paradossalmente le facoltà umanistiche interessano solo il 15,6 per cento dei diplomati.

Gli ex del

liceo scientifico Scacchi nel 2015 hanno lasciato l’università nell’8 per cento dei casi, la maggior parte di loro si è rivolto a facoltà tecniche – 25,8 per cento – e scientifiche – 21,7 per cento – quindi in linea con la propria formazione. Le percentuali di abbandono salgono per il linguistico Giulio Cesare (37 per cento) e per il Marco Polo – 34 per cento – per le scienze umane il Bianchi Dottula arriva al 41 per cento.

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