• 19 Maggio 2024 18:36

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Bari, parla la prof presa a schiaffi dalla mamma di un’alunna: “Ora ho paura di tornare a scuola”

Ott 18, 2017

Ha paura di tornare a scuola e si è rivolta a uno specialista per capire come superare lo shock. “Voglio rientrare in classe per fare il mio dovere, ma temo per la mia incolumità fisica e chiedo venga garantita la sicurezza di tutti i docenti e la tutela degli alunni”. Parla con grande timore e con la richiesta di mantenere l’anonimato la professoressa di scuole medie aggredita da una mamma nell’istituto San Giovanni Bosco, a Bari, nel quartiere Libertà.La mamma è arrivata al secondo piano allertata dalla figlia, mentre la docente aveva chiamato il 118 dopo avere accusato un malore: immediato è partito uno schiaffo ai danni della professoressa, secondo quanto confermato dai colleghi.

A scuola si è riunito un consiglio d’istituto straordinario, per fare fronte alla richiesta del personale e degli altri genitori di fare chiarezza sull’episodio e riorganizzare il controllo all’ingresso e all’uscita dal plesso. “La prossima settimana distribuiremo un vademecum per i genitori, per ricordare le buone regole di un corretto comportamento”, anticipa il preside Giuseppe Capozza, fermo sostenitore della linea della mediazione per evitare i conflitti. La professoressa aggredita, intanto, resta a casa. E dice: non me la sento di tornare in classe.

“La prima conseguenza di quello che è successo è che temo per la mia incolumità fisica, visto il clima che si è creato. Sto cercando innanzitutto di capire con quali mezzi posso tutelarmi, visto che mi è stato detto che non la passerò liscia. La scuola al momento non mi garantisce sicurezza. Ed è passato un messaggio sbagliato: che chiunque ritenga ingiusto un rimprovero nei confronti del proprio figlio può entrare a scuola e picchiare un insegnante, invece che rivolgersi all’istituzione e chiedere spiegazioni di quanto successo. Impossibile per me ora non essere a disagio. E penso anche alla sicurezza degli stessi alunni”.

Dopo l’aggressione ha contattato un medico per farsi supportare anche dal punto di vista psicologico. “Credo purtroppo che la prima a essere danneggiata sia stata l’istituzione scolastica. Credo nel valore della scuola, tanto più in un quartiere difficile come Libertà. E credo in quello che possiamo fare per aiutare i ragazzi meno fortunati a cercare forme di riscatto, e le ragazzine a non sentirsi solo contenitori sforna-figli. Mi sono laureata, ho fatto master, faccio la ricercatrice all’università: forse a quella ragazzina il disegno del poligono stellare che stavo facendo alla lavagna non cambierà la vita, ma io parlo anche di informatica, alimentazione, mi rivolgo in inglese agli alunni stranieri sperando che ascoltino anche gli italiani. Se una mamma non apprezza l’impegno di un’insegnante per mantenere ordine in classe, a vantaggio di chi vuole studiare, significa che non c’è possibilità di emancipazione per questi ragazzi”.

La sua storia ha raccolto grande solidarietà. Lei, però, continua a essere preoccupata. “Viviamo ogni giorno situazioni limite. Dalla ragazzina, per esempio, sono stata accusata di avere usato le maniere forti per rimproverarla. Così non è stato, visto che l’ho solo riportata in classe dopo che era fuggita nel corridoio.

La verità è che non abbiamo strumenti efficaci: la nota sul registro, la comunicazione ai genitori, perfino la sospensione sembrano non importare più neppure alle famiglie. Un’ora prima dell’aggressione un’altra mamma era entrata in classe senza essere annunciata, seppure per portare la torta al figlio, ma fuori dall’orario dell’intervallo. Io ora mi sto esponendo, ma credo sia fondamentale per fare recuperare il senso dell’istituzione”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close