“Ho inteso ritirarmi dalla gara, ma dovevo comunque portarmi all’arrivo per ritirare i miei oggetti personali e la medaglia, che è di partecipazione e non di piazzamento. L’organizzazione avrebbe semplicemente potuto e dovuto squalificarmi non avendo io transitato su tre passaggi obbligatori, che il microchip doveva rilevare. Purtroppo oggi, come spesso succede, si è voluto vedere il lato brutto di ogni cosa ma, come detto, io la prendo sportivamente”.
Parla Sabino Rinaldi, il runner barese di 59 anni che il Times ha additato come uno dei cinque maratoneti che avrebbero tagliato una parte del percorso della maratona di Londra prima di arrivare al traguardo. Rinaldi ha percorso 40 chilometri in 3 ore 19 minuti ad una velocità media di 12,7 chilometri all’ora riuscendo a fare meglio di molti campioni.
“Ho 59 anni – dice Rinaldi – e gareggio da decenni per sfidare me stesso non per cercare gloria, non avendo peraltro un’età
che mi consenta di ambire a risultati. Partecipo alle maratone perché amo lo sport, non certo per prendere in giro me stesso. Sono sportivo, sono italiano e sono fiero di esserlo perciò mi sono consultato con il mio avvocato Fabio Campese, poiché deluso dal fatto che mi hanno immediatamente ridicolizzato dopo la maratona di Londra e additato come colpevole di una figuraccia per l’Italia intera, senza nemmeno sapere come è andata”.