AGI – Il lago di Montbel, nel sud-ovest della Francia, vuoto per oltre l’80%, con le barche del club velico locale arenate sulle sue sponde marroni e disseccate. La piccola isola di San Biagio, nel Lago di Garda, divenuta una penisola e raggiungibile tranquillamente a piedi. Prati alpini verdi con il 63% di neve in meno rispetto al solito. Il drammatico ritratto dell’ondata di siccità che sta colpendo gran parte d’Europa lo fa il Guardian.
“In Germania – prosegue il quotidiano inglese – le acque basse del Reno stanno già disturbando il traffico delle chiatte, costringendo le imbarcazioni dirette verso l’Europa centrale a caricare a metà capacità, e in Catalogna, ormai a corto d’acqua da tre anni, Barcellona ha interrotto la navigazione”.
I record (negativi) sono purtroppo divenuti una normalità e febbraio è stato dichiarato il più secco per l’Inghilterra dal 1993. Non solo: uno studio pubblicato dalla Graz University of Technology in Austria ha concluso che di fatto l’Europa è in siccità dal 2018 e la sua situazione idrica è ora “molto precaria”.
E ancora. L’anno scorso il World Weather Attribution Service ha dichiarato che la siccità nell’emisfero settentrionale era almeno 20 volte più probabile a causa dei cambiamenti climatici provocati dall’uomo, avvertendo che questi periodi estremi sarebbero diventati sempre più comuni con il riscaldamento globale.
Una mappa dell’attuale siccità in Europa, elaborata dal programma Copernicus dell’Unione Europea, mostra allarmi per scarse precipitazioni o umidità del suolo in aree della Spagna settentrionale e meridionale, dell’Italia settentrionale e della Germania meridionale, con quasi tutta la Francia interessata.
La Francia ha recentemente registrato 32 giorni senza precipitazioni significative, il periodo più lungo dall’inizio delle registrazioni nel 1959, e l’ente di previsione statale Météo-France ha dichiarato che si prevedono poche o nessuna precipitazione degna di nota almeno fino alla fine del mese.