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Banche venete, Barbagallo: crisi scoperta da Bankitalia

Nov 2, 2017

stata la vigilanza della Banca d’Italia ad avere rilevato le criticit che connotavano le due banche Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Lo afferma il

responsabile della vigilanza di Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo in audizione alla Commissione d’inchiesta. Barbagallo ha sottolineato come questo sia avvenuto malgrado l’indisponibilit di poteri investigativi e ha ricordato come gli amministratori abbiano ripetutamente occultato importanti informazioni alla vigilanza di cui hanno deliberatamente disatteso le richieste.

Crisi per vertici inadeguati

Le criticit̀emerse per le due banche venete – ha detto Barbagallo – sono riconducibili, in ultima istanza, all’inadeguatezza del loro governo societario e, in tale ambito, all’autoreferenzialitàdel management. Secondo Barbagallo le debolezze si sono innestate sulla recessione e prestiti erogati con leggerezza o in conflitto di interessi hanno portato i due intermediari in prossimit̀al dissesto.

Hanno ripetutamente occultato le informazioni

Il capo vigilanza di Bankitalia ha spiegato che gli amministratori delle due banche venete hanno ripetutamente occultato importanti informazioni alla Vigilanza, di cui hanno deliberatamente disatteso le richieste. Via Nazionale anche senza i poteri investigativi ha segnalato tempestivamente le irregolarit all’autorit giudiziaria, con la quale l’interlocuzione stata continua e aperta, al pari della collaborazione con la Consob, ha sottolineato Barbagallo.

Operazioni “baciate” scoperte da ispezioni

La vigilanza della Banca d’Italia ha accertato il fenomeno delle operazioni ‘baciate’ (cio l’acquisto di azioni della Banca grazie a finanziamenti dello stesso istituto) non dedotte dal patrimonio largamente concentrato nel periodo 2012-2014 nel corso di ispezioni condotte a met del 2013 presso Veneto Banca e all’inizio del 2015 presso Popolare di Vicenza, ha spiegato Barbagallo. Nel caso di Veneto Banca – ha aggiunto – fu trovata traccia, in alcune delibere di fido, del fatto che il credito venisse concesso in vista dell’acquisto di azioni proprie da parte del cliente.

Popolare Vicenza, mai suggerite acquisizioni

Barbagallo ha affermato che la vigilanza della Banca d’Italia non ha mai suggerito acquisizioni alla Popolare di Vicenza, che ha autonomamente valutato 10 ipotesi. di acquisizione. E ha rilevato come c’ una rendicontazione puntuale nei verbali forniti dall’istituto centrale alla Commissione.

Nel 2013 chiedemmo revoca poteri all’ad di Bim

Nel corso dell’audizione Barbagallo ha raccontato che la Banca d’Italia chiese, dopo un’ispezione di fine 2012, la revoca dei poteri dell’amministratore delegato della Bim. L’ex amministratore delegato Pietro d’Agui ha presentato due esposti contro via Nazionale. L’ispezione alla Bim fece emergere opacit e accentuate anomalie, il patrimonio risult ridotto di quasi due terzi e la Banca d’Italia viet di fare nuovi crediti al comparto immobiliare. Gli amministratori di Bil furono sanzionati per oltre 1 milione.

Fusione tra Venete naufrag per dissidi

La possibile fusione nel 2013 fra Veneto Banca e Popolare di Vicenza and a monte per dissidi insanabili fra le due parti, afferma Barbagallo, anche se un’operazione simile – nel momento in cui dopo le ispezioni della Banca d’ Italia era emerso come la prima avesse problemi importanti e la seconda minori – era piuttosto naturale, visto che entrambi erano popolari non quotate e simili. Sarebbe stato molto complicato per una quotata comprare una delle due e in particolare Veneto Banca – ha aggiunto Barbagallo -perch il differenziale di prezzo era grande e l’assemblea soci da cui si doveva passare non avrebbe mai approvato. Il dialogo inizia ma finisce solo dopo qualche mese e per dissidi instabili si chiude, ha spiegato.

Ispezione Bce su stessa linea Bankitalia

Il capo vigilanza di Bankitalia ha poi sottolineato che non conforme ai fatti l’idea che la Bce dopo l’avvio della vigilanza unica da un certo momento in poi abbia scoperto le cose sulle due banche venete. Come si pu pensare –

si chiede Barbagallo – che a poche settimane dall’avvio del meccanismo di vigilanza unica una ispezione fosse diversa rispetto a quella sotto l’egida di Banca d’Italia. Si tratta delle stesse persone che hanno realizzato le le ispezioni precedenti. Inoltre – ha continuato – l’autonomia degli ispettori rispetto alla Banca d’Italia e alla Bce c’era prima e c’ dopo. Il gruppo ispettivo lo stesso e l’ispezione nasce da problemi rilevati da Banca d’Italia.

Non incoraggiamo “porte girevoli”

Le ‘porte girevoli’, il passaggio di esponenti della Banca d’Italia a libro paga dei soggetti vigilati, via Nazionale non le incoraggia n le auspica ha spiegato Barbagallo durante l’audizione. In ogni caso anche quando questo accade ci non influisce – n per quanto a mia conoscenza ha mai influito – sul corretto espletamento delle azioni di vigilanza, lo dico in coscienza, sono in Banca da 38 anni. Il riferimento ai tre ex esponenti, tra i quali un alto dirigente di via Nazionale, assunti dalla Popolare di Vicenza negli ‘anni d’oro’. Barbagallo ricorda il codice etico della Banca d’Italia che ha posto dei paletti temporali al passaggio al settore privato degli uomini di via Nazionale.

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