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Balzo dell’attività economica nell’Eurozona. Wall Street spinge le Borse

Feb 21, 2017

MILANO – Le prese di posizione di alcuni governatori della Fed sulla possibilità di ritoccare al rialzo il costo del denaro Usa già nella riunione del prossimo marzo hanno spinto al rialzo il biglietto verde, mentre le azioni asiatiche hanno trattato in leggero rialzo e quelle europee sono contrastate ai blocchi di partenza, in attesa della riapertura di Wall Street che ha allungato il fine settimana per il President’s Day. Resta il fatto che i mercati si trovano nel mezzo di un movimento rialzista che ha superato ogni previsione degli osservatori, con i listini globali capaci di aggiungere 6mila miliardi di capitalizzazione dall’elezione di Donald Trump di novembre. Un rally dal quale non mancano elementi di incertezza, in particolare sulla possibile parabola della nuova amministrazione americana che porta con sé le scelte di politica monetaria della Federal Reserve.

La giornata macroeconomica (agenda della settimana) è caratterizzata dagli indici Pmi che anticipano l’andamento di manifatturiero e servizi nelle principali economie dell’Eurozona: un indice sopra 50 punti segnala espansione dell’attività. Per l’Italia è la vigila dell’atteso rapporto europeo sul debito pubblico, dal quale emergeranno anche le indicazioni di una possibile apertura di procedura d’infrazione verso il Belpaese, che si è comunque impegnato a correggere di 3,4 miliardi i propri conti pubblici per il 2017. In Francia intanto si registra il -0,2% dell’inflazione di gennaio, diventa una dinamica del +1,3% annuo.

A Piazza Affari, le protagoniste di questa fase restano Intesa Sanpaolo e Generali: le assicurazioni si portano al 3,4% della banca e diventano il terzo socio, mentre continua il lavorio per capire se ci sono i margini per un’operazione straordinaria da parte della Ca’ de Sass su Trieste.

Il rialzo dei tassi della Fed si avvicina, il dollaro si rafforza

Il balzo della capitalizzazione mondiale da inizio novembre

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Come accennato, sul fronte valutario si sono fatte sentire le parole del presidente della Fed di Philadelphia, Patrick Harker, per il quale una stretta monetaria a marzo non è da escludere. Il cambio euro-dollaro è dunque in calo, con la moneta del Vecchio continente che scambia a 1,05849 biglietti verdi. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi si è leggermente ristretto in area 185 punti base, con il decennale italiano che rende il 2,15% sul mercato secondario.

In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso in progresso dello 0,68% a 19.381,44 punti. Il mercato azionario giapponese si è indirizzato oggi su un binario di ripresa, agevolato da un indebolimento dello yen che ha spronato i titoli di varie aziende esportatrici: la divisa nipponica si è riportata in area 114 contro il dollaro. In Giappone, l’indice che misura l’attività industriale ha segnato per dicembre un calo dello 0,3% mensile, rispetto al +0,4% di novembre, dato rivisto da +0,3%. L’indice Pmi preliminare sulla manifattura a febbraio è invece salito a 53,5 punti, dai 52,7 di gennaio. Chiusure in rialzo per le Borse cinesi: a Shanghai l’indice Composite sale a 3.253,33 punti a +0,41%, mentre a Shenzhen l’indice Component sale a 10.405,75 punti a +0,74%.

Per chiudere, le materie prime: le quotazioni del petrolio sono stabili con il Brent che a 56,16 dollari al barile, mentre il Wti resta sopra la soglia dei 54 dollari al barile. Oro in calo sui mercati asiatici. Il metallo con consegna immediata cede lo 0,4% a 1233 dollari l’oncia.

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