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Azzolina: “Basta accanirsi sulla scuola, in aula il 7 gennaio con presenza al 50%” – Rai News

Gen 4, 2021
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04 gennaio 2021″Posso confermare la volonta’ del governo di riaprire. Avremmo voluto farlo a dicembre, ma abbiamo rimandato su richiesta delle Regioni”. Risponde cosi’ la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in un’intervista a Il Fatto quotidiano che le chiede se il 7 gennaio è previsto il ritorno a scuola degli studenti delle superiori al 50%. Poi Azzolina puntualizza: “Abbiamo collaborato: ora è arrivato il tempo di tornare in classe. La scuola è un servizio pubblico essenziale, non si può continuare a sacrificare i ragazzi né pensare che la didattica a distanza possa sostituire quella in presenza”.

Per la ministra, tuttavia, “tutte le decisioni richiedono la prudenza che finora ci ha guidati. Continueremo a seguirla” ed “e’ chiaro pero’ che se in questo momento sale la curva dei contagi non puo’ essere colpa delle scuole superiori, visto che sono chiuse da due mesi”, dunque “possiamo dire che la scuola ha fatto la sua parte” e “se dovessero servire nuove misure di contenimento, ora bisognerebbe cercarle in altri settori”, conclude la ministra.

Ricciardi: “Rimandare apertura a metà gennaio”

La riapertura delle scuole, “non ha senso e andrebbe rimandata almeno fino a meta’ gennaio. Come tutte le riaperture del resto”. Lo dice in un’intervista a La Stampa Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Universita’ Cattolica e direttore scientifico degli Istituti Maugeri, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza. “Trovo giusto correlare le regole al livello di contagio, solo che si intravede un’evoluzione negativa della pandemia”, dice il medico, ma “se si fanno dei provvedimenti poi bisogna farli rispettare. Le dichiarazioni di intenti non fermano i contagi”. Tuttavia, aggiunge Ricciardi, “la mia impressione è che entro due settimane avremo un aumento del contagio non banale” ma “siamo tutti più o meno nella stessa situazione” anche se “il Regno Unito è messo peggio con la variante inglese e le mascherine obbligatorie solo da dieci giorni, mentre la Germania che andava meglio ora pensa di prolungare le chiusure”.

Immuologa Antonella Viola. “Rinviare la riapertura non serve”

“Le scuole devo essere riaperte: rinviare non serve, le classi sono sicure”. Lo sostiene l’immunologa padovana Antonella Viola che in un’intervista a Repubblica spiega: “I dati dell’Istituto superiore di sanità hanno dimostrato che non sono un amplificatore dei contagi e se si seguono regole rigorose è possibile, anzi fondamentale, che i ragazzi tornino in classe. Utilizziamo ogni cautela: l’obbligo della mascherina, il distanziamento, gli orari sfalsati nelle entrate e nelle uscite, la sanificazione, i tamponi, ma riportiamo i nostri ragazzi sui banchi. Hanno già pagato abbastanza, in gioco c’è il loro futuro”.

Quindi, secondo Viola, “non serve a nulla rinviare l’inizio delle lezioni di una settimana, non si può risolvere in 7 giorni quello che non è stato fatto in mesi e mesi per cambiare il trasporto pubblico e mettere in sicurezza le scuole”. Anche perché, spiega ancora, “noi partiamo da un fallimento. Le Regioni non si sono attrezzate per aumentare il trasporto pubblico, che e’ il vero amplificatore dei contagi, insieme ai luoghi di lavoro e alla famiglia. All’inizio dell’anno poi sono stati fatti degli errori all’interno delle scuole stesse”. Ma assicura che bus sovraffollati, aule senza il distanziamento giusto e far circolare migliaia di ragazzi non porterà a un’impennata di contagi “se tutti si impegnano a seguire le regole in modo ferreo”. Come “imporre l’obbligo delle mascherine quando i ragazzi sono seduti al banco”, che “devono essere portate sempre negli ambienti chiusi” mentre i prof “dovrebbero indossare le ‘Fpp2’ anche quando spiegano, ossia nel momento più rischioso per i contagi”.

Sondaggio: 90% prof e Ata dicono no al rientro il 7

Mancano le condizioni per la riapertura delle scuole il 7 gennaio: è il verdetto del sondaggio che la rivista specializzata Orizzonte Scuola ha condotto in queste ore.Alla rilevazione hanno partecipato un totale di 15.433 utenti che sono intervenuti per esprimere la loro opinione sul ritorno a scuola, il 7 gennaio.La domanda a cui chi ha partecipato al sondaggio ha risposto era: “Ci sono le condizioni per il ritorno in classe?” Il risultato è stato netto: 14.109 utenti, ovvero il 91,42%,hanno detto “No” alla riapertura della scuola, ritenendo che allo stato attuale non esistono le condizioni di sicurezza. In netta minoranza i favorevoli al ritorno a scuola: 1207 utenti, ovvero il 7,82%. Solo 117 gli utenti che ancora non hanno sviluppato un’opinione sul tema rientro in classe.

Friuli Venezia Giulia: didattica a distanza al 100% fino al 31 gennaio

“Abbiamo deciso di mantenere la didattica a distanza al 100% per le superiori in Friuli Venezia Giulia fino al 31 gennaio”. Lo ha annunciato l’assessora regionale all’Istruzione Alessia Rosolen in conferenza stampa, spiegando che la decisione è stata presa per “dare certezza sui tempi alle scuole e la garanzia di potersi organizzare almeno fino al 31 gennaio. C’è poi il motivo più ampio dei dati epidemiologici: le scuole sono pronte con piani di rientro a cui ha partecipato anche la Regione ma lo abbiamo deciso anche per ridurre al minimo l’ esplosione dei dati. La scuola non è avulsa dal contesto regionale”. “Ovviamente – ha aggiunto – ci sono possibilità di intervenire da qui al 31 gennaio, a seconda di come la curva epidemiologica si modificherà nelle prossime settimane”.

Anche in Veneto Dad per tutto gennaio

In Veneto prosegue la chiusura delle scuole superiori fino al 31 gennaio. Lo ha annunciato ai giornalisti il presidente regionale Luca Zaia, che ha firmato un’ordinanza in questo senso. “Non ci sembra prudente – ha aggiunto Zaia – in una situazione epidemiologica in Italia riaprire le scuole. Questo è ciò che dobbiamo fare per il bene della comunità oggi”.

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