MILANO – Nuovi segnali di accelerazione da parte del governo sul dossier della revoca delle concessioni autostradali ad Autostrade per l’Italia, società responsabile del tratto del Ponte Morandi e controllata da Atlantia, holding che fa capo alla famiglia Benetton.
La revoca delle concessioni e il ruolo di Anas
“C’è un’evidenza fattuale che non hanno fatto quello che dovevano fare”, ha detto stamattina il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a Circo Massimo su Radio Capital, parlando della concessionaria. Anche alla luce di quel che è accaduto in un altro tratto, quello dell’Autostrada dei Fiori tra Torino e Savona nell’orbita del gruppo Gavio, ha aggiunto: sulla rete autostradale “gli investimenti sono fermi, i viadotti vengono chiusi, non è accettabile”.
Torna dunque a scaldarsi il tema delle concessioni autostradali. “C’è un procedimento in corso che si sta avviando a conclusione. Credo vada portato a termine nell’interesse generale del Paese”, ha spiegato Patuanelli. Oggi Repubblica ricostruisce che anche il Pd si sta posizionando sulla linea del M5s che vuole la revoca. A chi affidare la gestione allora? “Per Autostrade, Anas è l’alternativa immediata, ma bisogna poi individuare le opzioni migliori. Non sono favorevole a un modello che fa gestire tremila km di autostrade allo stesso soggetto”, ha detto Patuanelli.
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Debole, su questi sviluppi, il titolo di Atlantia in Borsa.
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Autostrade, è rottura. Anche il Pd ora vuole revocare la concessione
di GOFFREDO DE MARCHIS
Le crisi di Ilva e Alitalia
Il ministro ha toccato anche altri temi. Due le crisi industriali sul tavolo: “Posso garantire che ci sono le condizioni per sedersi a un tavolo per capire se c’è una soluzione comune con Mittal”, ha detto per quanto riguarda la schiarita sull’ex Ilva. Più tardi, a margine di un convegno del Comitato Leonardo, ha aggiunto che la scadenza del 20 dicembre – stabilita per l’udienza al tribunale di Milano per arrivare ad una soluzione con ArcelorMittal – “è abbastanza per capire se c’è un percorso da fare insieme. Poi se si riuscirà a impostare bene un ragionamento con Mittal magari sarà necessario avere un tempo un pò più lungo; però da subito capiremo se quella possibilità c’è o meno”.
Si fa sempre più complicato, invece, il quadro per Alitalia. “La nazionalizzazione di Alitalia può non essere un evento negativo. Il problema è: la politica sarà in grado di individuare manager in grado di guidare l’azienda o solo manager trombati dalla politica?”. Il percorso per rilanciare la compagnia, ha spiegato, potrebbe essere quello “di fare una struttura commissariale che abbia come obiettivo la ristrutturazione e poi la remissione sul mercato o la nazionalizzazione”. Ma prima di tutto “bisogna agire fortemente sulla componente costo”.
Una battuta è andata anche alla dura polemica sul fondo europeo salva-Stati. “Trovo surreale la polemica che sta facendo crescere la Lega, perché sul quel dossier c’è sempre stata un’interlocuzione con loro. Ma capisco che le ragioni della campagna elettorale permanente di Salvini portano a sragionare”, ha incalzato. Tuttavia, ha aggiunto, “un rallentamento nelle posizioni credo che sarebbe una buona pozione”.