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Autostrade: il 2017 inizia con l’aumento dei pedaggi

Gen 2, 2017
Autostrade: il 2017 inizia con l’aumento dei pedaggi

Neanche il tempo di terminare i brindisi, scambiarci i baci augurali e sparare al cielo l’ultimo petardo: quasi più puntuale dell’ingresso del nuovo anno, allo scoccare esatto della mezzanotte del 31 dicembre insieme ai vecchi dodici mesi sono andate via le tariffe autostradali finora applicate e sono diventati attivi gli aumenti dei pedaggi sulla rete italiana, come da apposito decreto ministeriale.

In buona (?) compagnia insieme a quelli di gas ed elettricità, ecco dunque il nuovo tariffario per le autostrade: il dato medio parla di un rincaro dello 0,77%, che nasconde una modalità diversa per i singoli gestori delle concessioni, in base a diversi parametri tra cui l’effettiva realizzazione degli interventi migliorativi previsti sui percorsi gestiti.

Questo spiega, almeno in parte, come sia possibile trovare valori di incremento addirittura pari allo 0% (quindi invariati) come accade, tra gli altri, per l’Autostrada del Brennero, l’Autostrada dei Fiori o le Autostrade Meridionali (la Napoli-Salerno) e punte ben più alte, con il record del +7,88% per la Bre.be.mi.

L’aggiornamento annuale delle tariffe – come chiarisce il ministero delle Infrastrutture e Trasporti – deriva dall’applicazione di quanto contrattualmente previsto dalle Convenzioni Uniche stipulate dal 2007 in attuazione della legge di riforma del settore n. 296/2006 unitamente alle Delibere Cipe del 2007 e del 2013 che hanno stabilito le formule tariffarie e criteri di calcolo.

Il Mit spiega che la successione delle norme ha generato sei differenti regimi tariffari oltre specifiche fattispecie che tengono conto, pur con diverse modalità, «dei parametri legati all’inflazione (programmata o reale), alla qualità, al recupero della produttività nonché agli investimenti in beni devolvibili effettuati».

In particolare, per quanto riguarda la spesa per investimenti, sono stati considerati gli importi sostenuti dalle società nel periodo tra il 1° ottobre 2015 ed il 30 settembre 2016, pari a 764,183 milioni di euro di cui 399,051 milioni riconosciuti ai fini della remunerazione.

Per gli amanti delle statistiche, riportiamo di seguito il dettaglio degli adeguamenti: Asti-Cuneo, 0,00%; ATIVA, 0,88%; Autostrade per l’Italia, +0,64%; Autostrada del Brennero, 0,00%; Autovie Venete, +0,86%; Brescia-Padova, +1,62%; Consorzio Autostrade Siciliane, 0,00%; CAV, +0,45%; Centro Padane, 0,00%; Autocamionale della Cisa, +0,24%; Autostrada dei Fiori, 0,00%; Milano Serravalle Milano Tangenziali, +1,50%; Tangenziale di Napoli, +1,76%; RAV, +0,90%; SALT, 0,00%; SAT, +0,90%; Autostrade Meridionali (SAM), 0,00%; SATAP Tronco A4, +4,60%; SATAP Tronco A21, +0,85%; SAV, 0,00%; SITAF, 0,00%; Torino – Savona, +2,46%; Strada dei Parchi, +1,62%; Bre.be.mi., +7,88%; TEEM, +1,90%; Pedemontana Lombarda, +0,90%.

In questo quadro di ulteriori costi per chi usa le autostrade, c’è da riportare una notizia di segno positivo: il Ministero delle Infrastrutture, infatti, ha richiesto una proroga di ulteriori 12 mesi dell’agevolazione tariffaria per i pendolari.

Il sistema progressivo, lo ricordiamo, riconosce sconti che possono arrivare fino al 20% ai titolari di Telepass che percorrono almeno 20 tragitti al mese, con un raggio massimo di 50 chilometri.

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