Il futuro dell’auto in Europa è appeso a un filo sottile. Sotto il peso di due forze inesorabili – la transizione elettrica e la concorrenza globale – l’industria rischia di collassare, senza interventi tempestivi e adeguati. Per impedire alla situazione di precipitare, Ursula von der Leyen ha decretato un “dialogo strategico” con i Costruttori del settore a partire dal 30 gennaio.
Un orizzonte denso di sfide
La Commissione UE esorta a unire le forze: solo con un impegno comune e privo di compromessi, sarà possibile affrontare le difficoltà e riprendere slancio più forti di prima. Non si può circoscrivere il discorso alla mera sfera produttiva; in ballo, ci sono l’indotto, l’occupazione e la competitività delle filiere connesse, che fanno del Vecchio Continente un faro di stabilità. In gioco, la salvaguardia dell’influenza sul destino del mondo, anziché rimanere alla deriva nelle acque agitate delle sfide geopolitiche.
Nel corso della tavola rotonda, le parti riuniti affronteranno in modo approfondito la questione della transizione ecologica. Oltre ad analizzare in modo approfondito le tecnologie di ultima generazione, le parti cercheranno di scendere a patti per definire piano di rafforzamento nelle infrastrutture e nelle catene di approvvigionamento efficace.
Le Case, fino a pochi anni fa dominanti il mercato con modelli a combustione, si trovano ora in una nuova realtà. E sorgono dei timori sulla capacità di adattamento alla domanda di veicoli elettrici (EV). Il costo elevato dei sistemi moderni, unito a una manodopera più protetta rispetto ad altre regioni, rende ancora più difficile tenere il passo dei colossi internazionali.
I considerevoli investimenti profusi della Cina, in anticipo sull’Occidente, rappresentano una seria minaccia. Grazie a ingenti sovvenzioni statali e una struttura di spese vantaggiosa, le aziende del Paese orientale riescono a mettere in commercio EV a prezzi inferiori rispetto ai rivali occidentali, tra cui BYD Tang e NIO ES6; entrambi SUV, il primo offre prestazioni elevate e a una buona autonomia a condizioni accessibili in confronto alle controparti europee di fascia media, quali, ad esempio, la Tesla Model X. Allo stesso modo, il mezzo a ruote alte targato Nio, collocato nella fascia elevata, vanta un equipaggiamento avanzato e un’ottima percorrenza, con un rapporto qualità-prezzo davvero favorevole.
Le contromisure, tra rischi e opportunità
In risposta all’avanzata cinese, l’UE ha adottato delle contromisure, come l’inasprimento dei dazi doganali. Ma deve essere cauta nel porre in pratica misure protezionistiche; la lezione dei dazi imposti dagli Stati Uniti nel 2018 su acciaio e alluminio ci ricorda che politiche unilaterali spesso portano più danni che benefici, danneggiando anche chi cerca di tutelare i propri interessi.
Se gli operatori esterni, in particolare quelli cinesi, invitano a tenere la guardia alta, è anche vero che l’Europa non è senza risorse. Ha, infatti, intrapreso una serie di alleanze strategiche con potenze come il Giappone e il Canada, per rafforzare la sua posizione nel promuovere soluzioni ecologiche globali. Attraverso incentivi dedicati alle flotte aziendali, il potenziamento delle infrastrutture di ricarica e il sostegno alla ricerca, l’industria automobilistica europea ha il potenziale per recuperare terreno, e perfino diventare una pioniera nell’innovazione green.