• 28 Gennaio 2025 4:36

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Auto storica Euro 0, si può circolare in centro?

Gen 27, 2025

Le auto storiche Euro 0 sono un simbolo del passato automobilistico e un elemento culturale di grande valore. Con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni previste dalla riforma del Codice della Strada, l’accesso di queste vetture ai centri urbani e alle zone a traffico limitato è soggetto a regolamentazioni più stringenti. La riforma, in vigore dal 14 dicembre 2024, introduce un approccio che punta a bilanciare le esigenze di tutela ambientale con quelle di conservazione del patrimonio automobilistico, aprendo la strada a un futuro incerto per gli appassionati e i collezionisti.

In tutti i casi, il veicolo deve disporre di una documentazione che ne certifichi l’autenticità e la storia, tra cui il libretto di circolazione originale, eventuali attestati di partecipazione a eventi storici e, se possibile, fotografie dell’auto nelle sue condizioni originali.

Il decreto ministeriale sulle auto storiche Euro 0

Secondo quanto stabilito dalla normativa, i veicoli di interesse storico e collezionistico possono accedere alle aree soggette a limitazioni della circolazione attraverso modalità agevolate. A oggi i dettagli operativi non sono pronti ma saranno definiti da un decreto congiunto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell’Ambiente. Questo decreto dovrà essere emesso entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della riforma, ma il termine non è perentorio e lascia spazio a possibili ritardi nella sua approvazione.

Il decreto specificherà le condizioni di accesso per le auto storiche Euro 0, stabilendo requisiti e vincoli per garantire che queste vetture possano circolare senza compromettere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Tra i criteri che potrebbero essere inclusi ci sono l’iscrizione a registri ufficiali, come quello dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano), e l’applicazione di limiti temporali o geografici per l’accesso alle ZTL.

In Italia, il riferimento principale è il Codice della Strada (articolo 60) e il riconoscimento ufficiale è attribuito da organizzazioni come ASI o la Federazione Motociclistica Italiana (FMI) per le motociclette. Per essere classificata come di interesse storico, un’auto deve generalmente avere almeno 20 anni dalla data di prima immatricolazione.

L’auto deve essere iscritta in un registro storico ufficiale riconosciuto, come il Registro ASI o, in alternativa, il Registro Storico della casa automobilistica specifica (Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI). Il veicolo deve essere in condizioni originali o restaurato nel rispetto delle specifiche tecniche e di design dell’epoca. Sono ammesse solo modifiche minime, purché coerenti con i criteri storici.

Le auto storiche e il problema dell’inquinamento

Le auto Euro 0 sono in genere associate a livelli elevati di emissioni, una caratteristica che le rende incompatibili con gli standard ambientali attuali. L’obiettivo delle nuove disposizioni è minimizzare l’impatto di questi veicoli sull’ambiente, pur riconoscendone il valore storico. Per questo motivo, il decreto potrebbe comprendere soluzioni innovative, come l’obbligo di utilizzare carburanti meno inquinanti o di installare sistemi per il controllo delle emissioni.

La tutela dell’ambiente resta una priorità, soprattutto nei centri storici delle città italiane, molti dei quali già soffrono di alti livelli di inquinamento. Per le associazioni di settore le auto storiche sono una percentuale minima del traffico complessivo e che il loro utilizzo è spesso limitato a eventi specifici o a brevi tragitti. Questa considerazione può favorire una regolamentazione meno restrittiva per questi veicoli e consentire di continuare a circolare in modo controllato.

Il termine Euro 0 è stato adottato retroattivamente per distinguere i veicoli prodotti prima dell’entrata in vigore della normativa Euro 1, avvenuta nel 1992. Questi veicoli non devono rispettare i limiti per le emissioni di sostanze come monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOx), idrocarburi (HC) e particolato (PM), che sono oggi regolamentati. I veicoli Euro 0 sono dotati di tecnologie come il catalizzatore o il filtro antiparticolato, introdotti successivamente per ridurre l’impatto ambientale.

L’equilibrio tra tradizione e innovazione

Le auto di interesse storico sono solitamente destinate a un uso limitato, come raduni, manifestazioni storiche, mostre e brevi spostamenti. Non sono pensate per un utilizzo quotidiano. L’interesse storico di un’auto non si limita al suo valore economico, ma anche il suo ruolo come testimonianza culturale e tecnologica di un’epoca, contribuendo alla conservazione della storia automobilistica.

La riforma del Codice della Strada punta a trovare un equilibrio tra il rispetto delle normative ambientali e la salvaguardia del patrimonio culturale rappresentato dalle auto storiche. Molti appassionati temono che le nuove disposizioni possano limitare la possibilità di utilizzare questi veicoli, ma il legislatore sembra intenzionato a trovare soluzioni che preservino il valore culturale delle auto d’epoca.

Tra le proposte avanzate c’è la possibilità di prevedere permessi speciali per eventi culturali o manifestazioni storiche, così da valorizzare il ruolo delle auto storiche come testimonianza del passato. Allo stesso tempo, si discute dell’introduzione di contributi economici per i proprietari, destinati a finanziare interventi di compensazione ambientale o progetti di restauro ecosostenibile.

In molte regioni italiane, le auto storiche possono già fruire di esenzioni o riduzioni sul bollo. Dopodiché le polizze assicurative per veicoli storici tendono ad avere costi inferiori rispetto a quelle tradizionali. Quindi le auto storiche, in alcuni casi, possono accedere a zone a traffico limitato o godere di esenzioni dai blocchi della circolazione per motivi ambientali.

Le conseguenze per i proprietari e gli appassionati

In attesa dell’emanazione del decreto ministeriale, i proprietari di auto storiche Euro 0 devono fare i conti con un futuro da scrivere nei dettagli. La mancanza di regole chiare può creare difficoltà nell’organizzazione di eventi o nella pianificazione degli spostamenti. Allo stesso tempo, la necessità di adeguarsi a eventuali nuovi requisiti può comportare costi aggiuntivi e rendere più impegnativo il mantenimento di questi veicoli.

Le associazioni di settore, come l’ASI, stanno lavorando per rappresentare gli interessi dei collezionisti e per garantire che il decreto tenga conto delle esigenze di chi possiede e utilizza auto storiche. Tra le richieste c’è l’introduzione di agevolazioni fiscali o di incentivi per il restauro, così da promuovere la conservazione di questo patrimonio culturale.

A oggi i veicoli Euro 0 sono spesso soggetti a limitazioni di circolazione nelle città e nelle zone soggette a regolamentazioni ambientali. Molti comuni, in particolare nelle aree a traffico limitato o nelle zone a bassa emissione, vietano completamente la circolazione di questi veicoli, a meno che non siano considerati di interesse storico.

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