• 13 Dicembre 2025 9:13

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Auto sfonda vetrata e resta sospesa nel vuoto dopo errore di manovra, salvo un 84enne

Dic 13, 2025

A Milano si è sfiorata l’ennesima tragedia urbana. Una scena sospesa tra il surreale e il drammatico: un’auto che sfonda una vetrata e sporge dal primo piano di un’autorimessa, le ruote anteriori nel vuoto come zampe di un animale spaventato affacciato sull’abisso. Una fotografia che sembra uscita da un film d’azione di serie B, e che invece appartiene alla cruda cronaca. Prima di immergerci nei dettagli, una premessa necessaria: nessuno è rimasto ferito in modo grave. È uno di quei casi in cui si può tirare un sospiro di sollievo collettivo, perché sarebbe bastato un centimetro, un attimo, un respiro più lungo per trasformare un errore in una tragedia irreparabile.

Una manovra sbagliata che poteva costare caro

Il protagonista involontario di questo episodio è un uomo di 84 anni, un milanese come tanti, che quella mattina stava semplicemente cercando di parcheggiare la sua auto nell’autorimessa di via Giacomo Zanella 49. Un gesto di routine, una manovra che avrà fatto centinaia di volte. Ma la strada, si sa, non perdona distrazioni, e spesso è proprio nella quotidianità che si nascondono le scivolate più pericolose.

Secondo una prima ricostruzione, l’anziano avrebbe confuso i comandi, sbagliato l’angolo o forse perso per un attimo il controllo della vettura. Il risultato è stato un impatto secco: la vetrata del primo piano dell’autorimessa ha ceduto come un foglio di carta, lasciando l’auto metà dentro e metà fuori. Un terzo sospesa nel vuoto, il cofano puntato verso il basso, le ruote anteriori che non toccano più il cemento ma sfiorano il niente. Otto metri di altezza: più che sufficienti per trasformare un errore di parcheggio in un disastro.

Il salvataggio da parte dei Vigili del Fuoco

I pompieri, arrivati con tre mezzi dalla sede centrale e dal distaccamento di piazzale Cuoco, hanno fatto ciò che sanno fare meglio: riportare ordine nel caos. Una manciata di minuti per studiare la situazione, un attimo per decidere la strategia. Hanno stabilizzato l’auto, isolato l’area e raggiunto l’uomo, che nel frattempo era rimasto bloccato nell’abitacolo, in evidente stato di shock. Non parlava, non piangeva e non gridava: guardava avanti, come se la sua mente stesse ancora cercando di capire come potesse essere finito sospeso per aria.

L’hanno estratto con delicatezza, come si fa con qualcosa di fragile, e affidato alle cure dei sanitari che lo hanno trasportato al Policlinico. Nulla di grave, dicono i primi riscontri. Solo tanto spavento, e una storia che gli rimarrà addosso più della giacca invernale che indossava quella mattina. Nel frattempo, l’autorimessa è stata messa in sicurezza, il primo piano chiuso al pubblico, mentre una folla di curiosi si è radunata per osservare la scena. In fondo, queste situazioni generano un misto di preoccupazione e stupore, scatenando una spinta irresistibile a documentare, commentare e, poi, raccontare.

E sì, anche questa volta è andata bene. Ma guardando quella vettura sospesa nel vuoto, impossibile non pensare a cosa sarebbe potuto accadere con qualche centimetro in più di slancio. Per fortuna, questa volta, il protagonista si è salvato per un soffio.

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