• 6 Dicembre 2025 22:18

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Auto senza clima, così i tassisti afghani sfidano il caldo

Lug 19, 2025

Nel sud dell’Afghanistan, dove il sole picchia come un martello e l’aria sembra sabbia bollente, i tassisti di Kandahar hanno trovato un modo tutto loro per sopravvivere al caldo micidiale, fatto di barili arrugginiti e un sacco di nastro adesivo. È l’impianto di raffreddamento artigianale che ormai spunta dal tetto di sempre più taxi nella città e, stando alle testimonianze di conducenti e passeggeri, il metodo da i suoi effetti.

Tassisti contro il caldo

Le temperature superano regolarmente i 40 gradi nel Paese mediorientale, con ovvii rischi per la salute. Del resto, l’aria condizionata delle auto, spesso vecchie (l’età avanzata del parco circolante non è una prerogativa solo italiana), non funziona o si rompe dopo due giorni e anche se funzionasse, il fresco – dicono i conducenti – si ferma ai sedili davanti, e dietro si cuoce.

“Questo funziona meglio dell’AC di serie”, dice Abdul Bari, uno dei tassisti intervistati dall’agenzia AFP, mentre attacca con lo scotch lo sfiato del suoclima fai-da-te” al finestrino del taxi. Sopra di lui, un assistente fissa il corpo del marchingegno direttamente sul tetto; nel frattempo, all’interno del dispositivo trovano posto acqua, pale rudimentali e un tubo che soffia aria “fresca” nell’abitacolo.

Il sistema è semplice ma efficace: l’aria passa sull’acqua e viene spinta all’interno. L’unico “difetto”? Va riempito d’acqua due volte al giorno a mano, tuttavia Abdul ci passa sopra: “Per me funziona”. E come lui la pensano diversi altri colleghi, tipo Gul Mohammad, 32 anni, uno dei primi ad adottare la soluzione alcuni anni fa, in risposta all’emergenza climatica in corso. “Le riparazioni dell’AC erano troppo costose, così sono andato da un tecnico e mi sono fatto fare un impianto su misura”.

A fronte di una spesa piuttosto significativa – 3.000 afghani, circa 43 dollari, l’investimento ripaga e i passeggeri ringraziano. “Senza il raffreddatore si soffoca”, racconta Norullah, 19 anni. “Porto sempre con me una medicina contro il caldo”. Per lui, entrare in un taxi senza refrigerazione è una roulette russa, e qualche giorno fa ha avuto bisogno di una flebo a causa di un colpo di calore.

Clima estremo e isolamento politico

Dietro le immagini dei taxi trasformati in Frankenstein del raffreddamento, un grosso problema allarma gli studiosi locali: il clima in Afghanistan versa in condizioni drammatiche. La primavera di quest’anno – da aprile a giugno – è stata la più calda mai registrata, la siccità sta rovinando i raccolti, e i contadini stanno perdendo tutto. In una recente intervento, la FAO ha suonato la sveglia sulla crisi umanitaria, che si aggrava di mese in mese. Lo scenario politico getta gli analisti nello sconforto, vista l’esclusione dell’Afghanistan da qualsiasi tavolo internazionale sull’ambiente.

Da quando i talebani hanno preso il potere nell’agosto 2021, nessuna delegazione locale è più stata invitata ai negoziati delle Nazioni Unite ed è sceso il blocco fondi, piani di adattamento e supporto tecnico. Così, mentre il pianeta discute, i tassisti di Kandahar si arrangiano con un barile, un tubo, un po’ di nastro e tanta, tantissima resilienza. Ok, non salveranno il mondo, ma in una città che brucia, regalano mezz’ora di sollievo e, forse, nel caos di un paese dimenticato è già abbastanza.

 

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