Vietate sui traghetti greci le auto elettriche con oltre il 40% di carica: è la nuova disposizione del ministero della Navigazione e delle Politiche Insulari. L’insolita decisione ha fatto corrucciare il naso a più di qualcuno, credendo vada contro i principi di un futuro meno impattante sull’ambiente. Anziché promuovere il ricorso a mezzi ecosostenibili, le autorità farebbero l’esatto contrario. In via ufficiale, incide una questione di sicurezza, tuttavia fioccano diverse opinioni negative, dubbiose circa la reale efficacia dell’iniziativa. Le argomentazioni addotte dal dicastero mancherebbero di vero fondamento scientifico, stando alla tesi degli scettici. Che esortano a un passo indietro, visti gli effetti negativi sull’industria.
L’accostamento con le vetture a GPL e metano regge solo in parte
Fonte: 123RFLe auto elettriche con la carica di oltre il 40% non possono salire sui traghetti in Grecia
In Italia, la situazione è meno restrittiva. Infatti, manca un divieto generale a riguardo, ciononostante certe compagnie, tipo Corsica Linea, impongono delle misure analoghe. La soglia massima di carica della batteria autorizzata all’imbarco è del 30%, altrimenti niente accesso. Allo stesso modo di quanto accade in terra ellenica, le perplessità sul reale bisogno proseguono inesorabili. La regolamentazione per le vetture alla spina presenta poi dei punti in comune rispetto alle macchine a GPL e metano. Nel loro caso, è proibito salire con il serbatoio pieno sopra il 50%. Eppure, le motivazioni messe sul tavolo differiscono: se il GPL e metano comportano un rischio di esplosioni, la preoccupazione inerente alle BEV interessa gli incidenti dettati da malfunzionamenti degli accumulatori. La sostanza rimane, però, identica, con tutti i disagi da ciò derivanti.
Poiché le full electric sono di norma promosse dalla politica internazionale, stupisce abbastanza la presa di posizione in Grecia. Ad avviso di una vasta parte della popolazione, il provvedimento è basato su paure infondate. Mancherebbe un’evidenza scientifica inconfutabile attestante la maggiore pericolosità delle BEV rispetto ai veicoli a benzina o diesel, soprattutto in relazione all’accumulatore.
Via alle lamentele
Inoltre, viene lamentato che lo scaricamento fino al 40% tende a essere un’operazione fastidiosa e dispendiosa in termini di tempo, specie qualora manchi una colonnina di ricarica rapida una volta scesi di bordo. I mezzi green necessitano, alla pari di qualsiasi altro tipo di alimentazione, dei controlli regolari per garantire la sicurezza. In caso di incidente, è importante osservare le istruzioni delle istituzioni e contattare i vigili del fuoco. In alternativa ai traghetti, è possibile prendere in considerazione delle navi da carico addette al trasporto dei veicoli.
Sul conto delle auto elettriche trapelano opinioni discordanti. Lo constatiamo in Italia, basti vedere i commenti rilasciati dal Governo attuale, nella fattispecie da Matteo Salvini. Il vicepremier, nonché ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha criticato la decisione della Commissione UE di fissare il bando degli esemplari a combustione interna nel 2035. E altri Paesi sposano la stessa corrente di pensiero, insieme ai Costruttori, compresa Porsche. L’azienda della Cavallina dubita che uno scenario dominato dalle BEV sia fattibile in un intervallo piuttosto limitato. Intanto, gli Stati Uniti d’America dichiarano guerra alla Cina. Nelle campagne presidenziali, il candidato alla Casa Bianca, Donald Trump, promette di vietare la messa in vendita, attraverso un deciso inasprimento dei dazi.