Sulle auto elettriche arrivano segnali contrastanti. Da un lato, la politica ci investe parecchio e grandi capi d’industria, ad esempio Luca de Meo e Carlos Tavares, le ritengono un ‘treno ormai partito’. Sul fronte opposto, i numeri di mercato registrati in buona parte del mondo, Italia compresa, gettano nello sconforto. Lo storico problema dipende soprattutto dai prezzi di listino elevati, uno scoglio importante, troppo nel caso di diverse famiglie, che convogliano qualcosa di meno radicale e più accessibile, tipo le ibride.
Detto che, alle condizioni attuali, queste ultime non supererebbero il bando del 2035 in Europa, resta da capire come promuovere le full electric. Ogni Casa ha la sua formula personale, idem enti di ricerca terzi. Ma un po’ chiunque sulla necessità di abbassare i costi di produzione, resta da trovare la soluzione all’amletico dilemma. A quanto pare, uno spiraglio di luce filtra circa le batterie, ovvero proprio il componente maggiormente gravoso sulle casse delle aziende.
Il ruolo cruciale delle batterie
Le batterie agli ioni di litio costituiscono una fetta rilevante dell’investimento da sostenere. Una criticità arcinota, che va a incidere direttamente sulla cifra finale a carico del consumatore. Abbassare le spese associate favorirebbe un cambio di paradigma, in favore di una transizione più rapida. Uno studio di Goldman Sachs invita a essere per una volta ottimisti, prevedendo che il prezzo degli accumulatori agli ioni di litio calerà in misura drastica entro il 2026.
Attualmente, ammonta in media a circa 149 dollari per chilowattora (kWh), ma, stando alle stime, il valore scenderà a 82 dollari/kWh, con una riduzione del 45% in appena un triennio. Se vi sembra utopia, forse cambierete idea alla luce degli enormi passi avanti compiuti nell’ultimo decennio. La cifra da mettere in preventivo nel 2013 a livello globale era, infatti, di ben 780 dollari/kWh.
Gli evidenti progressi non hanno al momento ancora permesso la svolta green, sebbene l’interesse della popolazione riguardo all’ambiente sia cresciuta in maniera esponenziale. Scegliere veicoli meno inquinanti darebbe un contributo prezioso a preservare il Pianeta, che nel corso dei decenni ha accusato parecchio l’avidità dell’uomo.
Forte ripresa nel 2026
“Pensiamo che nel 2026 si assisterà a una forte ripresa della domanda da un punto di vista puramente economico. Quello sarà il momento in cui inizierà una fase di adozione guidata dai consumatori”, osserva Nikhil Bhandari, co-responsabil della ricerca Asia-Pacifico sulle risorse naturali e l’energia pulita di Goldman Sachs Research.
L’innovazione tecnologica ha avuto un impatto positivo nel settore, con batterie dalla maggiore densità energetica a un costo inferiore. Inoltre, dopo la bolla derivante dall’emergenza sanitaria prima e dalle guerre poi, le materie prime, come il litio e il cobalto, sarebbero sul punto di tornare alle vecchie quotazioni.
Comunque, il processo avverrà man mano, fino al 2030: allora il costo medio globale degli accumulatori dovrebbe attestarsi a 64 dollari/kWh. E, almeno in via ipotetica, vedrebbero la luce auto elettriche economiche nel vero senso della parola. Sotto la soglia psicologica dei 25.000 solo pochi modelli disponibili in Europa sono riusciti a rimanere, sebbene il gruppo sia in aumento, dato il recente arrivo della Fiat Grande Panda e della ‘gemella’ Citroën e-C3.