L’addio imposto ai motori benzina e diesel dal 2035 è continuo motivo di attacchi e polemiche. Per ridurre le emissioni nell’ambiente, l’Unione Europea è giunta allo storico provvedimento, bocciato da diverse aziende e istituzioni, compreso il Governo italiano. In molteplici occasioni Matteo Salvini ha espresso i forti dubbi circa l’auto elettrica, poi è venuto il turno di Giorgia Meloni. La premier ha definito “follia ideologica” lo stop alle vetture endotermiche, ree di penalizzare l’economia italiana, in favore della Cina.
L’avanzata cinese
Il grande Paese orientale ha accumulato un grosso vantaggio sulle realtà occidentali nella costruzione di BEV perché si è saputo muovere in anticipo. Attraverso una lungimirante campagna, avviata da Pechino nel lontano 2007, ha gettato le basi di un presente e un futuro luminoso. Messo nel mirino il Vecchio Continente, e più ad ampio raggio l’emisfero occidentale, la Repubblica del Dragone mette una certa apprensione ai colossi tradizionali.
Alcuni si sono piegati allo strapotere dimostrato, stringendo degli accordi di collaborazione. Oltre al Gruppo Volkswagen, anche Stellantis è convenuta sulla necessità di stringere delle alleanze. Raggiunto un accordo con Leapmotor, la costituzione di Leapmotor International darà benefici ad entrambe le parti. Da un lato, il gruppo italo-franco-americano, nato nel 2021 dalla fusione tra FCA e PSA, accederà alle competenze specifiche dell’alleato, in cambio condividerà la sua estesa rete commerciale. Una strategia win-win, almeno secondo l’opinione di entrambe le aziende.
Negli scorsi giorni è stato, intanto, dato il via alla produzione delle vetture asiatiche in Polonia: resta da capire se le full electric susciteranno l’interesse degli utenti. Un prezzo competitivo aiuterebbe a superare le resistenza. La transizione ecologica è la sfida principale odierna. Per quanto l’ombra cinese dia fastidio, tanto da aver spinto l’UE ad aumentare i dazi, sembra inevitabile il passaggio in massa ai mezzi a batteria. Tuttavia, gli esponenti storici del vecchio mondo si oppongono e bocciano, usando anche termini duri e perentori.
Un danno enorme
Intervenuto alla presentazione del volume L’officina dello sport al Teatro Franco Parenti a Milano, il vicepresidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, ha sparato a zero contro il bando alle vetture a combustione interna. “Per Pirelli la sostenibilità è una priorità assoluta – ha dichiarato ai microfoni, come riporta l’Ansa -; non è un tema populistico; non deve esserci un percorso ideologico. Questa è la follia che stiamo affrontando: degli ignoranti ideologizzati stanno creando un danno enorme, perché dobbiamo fare tutto elettrico quando sappiamo benissimo che le materie prime non le abbiamo, le batterie non le abbiamo.
Le turbine delle pale eoliche in Europa non siamo in grado di farle? Di che cosa stiamo parlando? Di idiozie, fesserie – ha aggiunto Tronchetti Provera -. La priorità delle priorità è la nostra gente. Quando si parla di sostenibilità le persone sono la primissima cosa. Ci sono altre opzioni oltre all’elettrico, l’UE dovrebbe rivedere in toto il green deal e nel contempo dobbiamo incentivare la tecnologia nel campo delle auto facendo attenzione ai dazi sui prodotti cinesi: dipendiamo totalmente da batterie e tecnologie, quindi l’Europa dovrebbe prima pensare a come diventare indipendente, senza un progetto è pericoloso”.