Un nuovo Dieselgate è pronto a sconvolgere ancora una volta il settore dell’automotive? Dopo lo scandalo emerso nel 2015 in casa Volkswagen, infatti, l’Icct (International Council on Clean Transportation) non ha mai smesso di lavorare e dagli ultimi studi sembra emergere un nuovo quadro a dir poco preoccupante.
A far risuonare il campanello d’allarme è il nuovo rapporto sulla “Rivalutazione delle emissioni di NOx delle autovetture diesel dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea sui dispositivi di manipolazione” in cui si sospetta un elevato numero di veicoli con livelli sospetti di emissioni di ossidi di azoto.
Allarme diesel, nuovi sospetti sulle auto
Non bastava il Dieselgate, scandalo che porta ancora con sé importanti strascichi. A quasi otto anni da quel caso, infatti, l’Icct ha puntato nuovamente il dito contro le Case produttrici, accusando di aver messo in strada veicoli non regolari.
A finire nel mirino dell’organizzazione americana, che per prima nel 2015, aveva svelato i magheggi di Volkswagen per rientrare nei livelli di emissioni, sono numerosi modelli Euro 5 ed Euro 6 che ancora oggi circolano in Europa. Secondo l’ultimo rapporto, infatti, ben 19,1 milioni di vetture sarebbero sospette e almeno 13 milioni avrebbero emissioni estreme.
Numerosi elevati, auto che potrebbero essere dei veri e propri mostri ecologici per l’ambiente. Di queste, nel dettaglio, quasi tre milioni (nello specifico 2,6 milioni) sarebbero le auto diesel con livelli sospetti di emissioni di ossidi di azoto a circolare in Italia (ricordate l’addio ai motori endotermici nel 2035? Qui vi abbiamo parlato di una possibile svolta).
Secondo l’Icct, infatti, ci sarebbero delle prove sostanziali che hanno dimostrato che le auto diesel di tutti i produttori “emettono livelli elevati di NOx durante il funzionamento reale”. Scendendo nel dettaglio, i dubbi sono su vetture vendute in Europa nel decennio 2009-2019. Le accuse riportano questi risultati:
Livelli “sospetti” di emissioni di NOx in almeno il 77% dei test ufficiali governativi;
Livelli “sospetti” di emissioni di NOx fino al 100% dei veicoli nei test indipendenti e nei dati di telerilevamento;
Dei 219 modelli testati, 209 hanno mostrato emissioni sospette in almeno un test;
Oltre due terzi dei modelli testati hanno mostrato emissioni “estreme”, indicando la presenza quasi certa di un impianto di manipolazione.
Le Case accusate nel nuovo report
L’International Council on Clean Transportation, ancora una volta, non si tira indietro nel fare “nomi e cognomi” dei possibili responsabili di questo nuovo scandalo. Lo studio, infatti, non solo evidenzia i possibili problemi legati alle elevate emissioni di NOx, ma sciorina numeri e lancia l’allarme in diversi Paesi.
Tra i Paesi Ue, infatti, sarebbe la Francia ad avere il maggior numero di vetture sospette, con oltre 3,2 milioni di mezzi sui 16,3 milioni totali. Ma anche la Germania non se la passa bene, con 2,9 milioni di vetture sospette e una Casa ancora nel mirino. Parliamo infatti di Volkswagen, le cui vetture prodotte con livelli di emissioni sospette sarebbero oltre 15 milioni (a proposito di Dieselgate, qui vi avevamo parlato dell’iter di risarcimento).
Accuse poi anche a Renault-Nissan, BMW, Daimler e Ford. Tra le Case sospettate anche Fiat, col binomio con Chrysler, all’ottavo posto in termini di emissioni sospette. Guardando ai modelli si nota come la Volkswagen Passat 2.0 TDI Euro 5 sia la più venduta tra le auto “sospette”, seguita dalla Renault Clio 1.5 dCi Euro 5, dalla Volkswagen Tiguan 2.0 TDI Euro 5 e dalla Ford Focus 1.6 TDCi Euro 5. Numeri che, per l’Icct, non possono essere ignorati.