Il primo passo per guardare con fiducia al futuro, in un momento in cui il mondo è nella morsa della crisi climatica e di quella economica, è avere consapevolezza del presente e del passato. Un passato che si manifesta nella vita di ogni giorno con l’inquinamento creato da sostanze che si degradano dopo migliaia di anni o per il cui smaltimento è necessario un lungo periodo. Ecco allora che il riciclo è una delle vie maestre, proprio per guardare al futuro con uno sguardo diverso, per non stressare le risorse che cominciano a latitare sul pianeta.
E a cercare di dare un contributo decisivo a questo percorso è anche Audi, la Casa tedesca che si sta impegnando in un progetto ambizioso e rivoluzionario col riciclo dei metalli rari.
Un utilizzo consapevole delle risorse
L’idea avuta da Ingolstadt, che collabora con l’Università di Mineraria e Tecnologia di Freiberg, nasce dalla necessità di mettere freno all’uso quasi incontrollato di risorse esauribili, rare e dall’estrazione complicata. Parliamo delle materie prime metalliche, essenziali per ampia parte delle applicazioni tecnologiche più innovative e che, stando al Consiglio Mondiale delle Risorse presso le Nazioni Unite, presto avranno una domanda talmente tanto elevata da non poter più essere disponibili.
Elementi come indio, gallio o stagno che sono impegnati per fibra ottica, fotovoltaico e semiconduttori e, spesso, finiscono nella pattumiera con troppo facilità. È infatti cattiva abitudine gettare tra i rifiuti domestici piccoli dispositivi elettronici come torce, chiavette USB, spine o cavi di ricarica, che contengono tali elementi e che, se correttamente differenziati dal resto dei rifiuti, potrebbero tornare utili in un processo di riciclo.
Il progetto di Audi
Ed è qui che entra in campo l’Audi Environmental Foundation, che grazie alla collaborazione con l’Università di Mineraria e Tecnologia di Freiberg, ha messo a punto un progetto per l’estrazione selettiva di indio, gallio e stagno per estrarre i metalli rari contenuti nelle ceneri o nelle scorie dopo l’incenerimento dei rifiuti domestici per reimmettere tali elementi nel ciclo produttivo. L’intento è quello di ridurre l’impatto ambientale rispetto all’estrazione dei materiali primari, progetto che è in fase di implementazione presentandosi come una sfida non di poco conto.
A lavorarci è anche il laboratorio diretto dalla dottoressa Betty Leibiger, che ha spiegato che l’idea è quella di creare molecole che si facciano “calamite” per gli ioni metallici per prelevare i metalli rari dalle ceneri. Col procedimento, quindi, si avrebbe la possibilità di separare gradualmente i singoli metalli garantendo comunque un grado di purezza tale da rendere subito riutilizzabili i molteplici materiali.
Il progetto avrà una durata complessiva di tre anni e sarà interamente finanziato dall’Audi Environmental Foundation, con la Casa che punta a un altro successo della sua storia, perché “le materie prime sono limitate e ogni metodo per conservarle è cruciale” ha fatto sapere Rudiger Recknagel, Responsabile della protezione ambientale di Audi AG e Direttore generale di Audi Environmental Foundation.
Al momento, lo stato del progetto è ben augurante, con il laboratorio della dottoressa Leibiger che sta lavorando allo sviluppo delle “calamite” da testare e utilizzare su piccola scala. Il passo successivo sarà quello di crescere per estendere il processo su scala maggiore