HANAU – Avrebbe un volto e un nome l’attentatore di Hanau: Tobias Rathien, 43 anni. Apparentemente un lupo solitario dalle tendenze paranoiche che non si è mai fatto notare in passato per atteggiamenti razzisti o estremisti, come ha precisato il ministro dell’Interno dell’Assia, Peter Beuth. Ma che avrebbe avuto un movente “razzista” per compiere la sua strage di ieri sera, ha aggiunto.

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Secondo gli inquirenti, dopo aver aperto il fuoco all’impazzata nei due shisha-bar causando nove morti e quattro feriti, il killer avrebbe ucciso la madre e si sarebbe suicidato. “Entrambi sono stati feriti con armi da fuoco e l’arma è stata trovata vicino al cecchino”, ha puntualizzato il ministro. Secondo alcuni media, Rathien avrebbe avuto il porto d’armi, sarebbe stato un tiratore sportivo.
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Verso le tre di notte la polizia ha rintracciato l’appartamento del killer – a pochi passi dal secondo shisha-bar – e ha trovato Rathien morto. È stato il ministro dell’Interno dell’Assia, Beuth, a confermare alcuni dettagli. Tra cui il movente “razzista”. È “un attentato alla nostra società libera e pacifica”, ha detto.
Il cecchino ha lasciato una lettera-confessione in cui esprimerebbe, secondo Bild, opinioni “di estrema destra” ed affermerebbe che c’è bisogno di sterminare le popolazioni che non si riescono a espellere dalla Germania. Stanotte alcuni media, citando fonti dell’intelligence, avevano già reso noto che Tobias Rathien. non aveva avuto precedenti estremisti.

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L’attentatore ha postato sei giorni fa un video su YouTube non correlato direttamente con l’attacco ma paranoico. L’uomo rivolge un messaggio in inglese “a tutti gli americani” che informa di essere “sotto il controllo di un’invisibile società segreta” che li sottoporrebbe a moderne forme di schiavitù. Negli Stati Uniti ci sarebbero delle “basi sotterranee in cui torturano bambini da molto tempo”. Il video si conclude con un’incitazione ad agire, a individuare le presunte basi sotterranee e a “lapidarle”.