AGI – I proprietari degli appartamenti del palazzo di via Campo di Fossa dove, a causa del crollo imputabile al sisma, morirono 24 persone, indicati dall’Avvocatura dello Stato a rispondere insieme al Comune dell’Aquila dei danni, sono stati assolti dal tribunale civile dell’Aquila.
I ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno, tramite l’Avvocatura, hanno sostenuto che nel nostro ordinamento incombano sui titolari degli immobili delle presunzioni di responsabilità.
Una questione che poggia sul fatto che “qualora la rovina dipenda da un vizio di costruzione il proprietario sarà sempre responsabile anche nei casi in cui i vizi siano occulti e non si manifestino con vizi evidenti e visibili di pericolo quali possono essere crepe o avvallamenti conseguenti a errori del costruttore, inteso ovviamente nella sua accezione più ampia”.
Di parere contrario il tribunale, che, sul punto, ha assolto i proprietari e lo stesso Comune, ente accusato di avere rilasciato, circa 50 anni fa, un certificato di agibilità.
“Gli eredi delle vittime hanno citato in giudizio gli eredi del costruttore, responsabili dell’operato del loro dante causa, e i Ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture e Trasporti, responsabili dei mancati controlli di Prefettura e Genio Civile. Non hanno inteso citare anche il condominio – spiega l’avvocato Luciano Dell’Orso, legale del complesso crollato – sul quale gravava una responsabilità oggettiva, cioè se si può dire ‘incolpevole’, derivante dalla sola circostanza di essere proprietario dell’immobile crollato. Lo hanno fatto, evidentemente, perché rispettosi del dolore dei condomini, anch’essi vittime nei loro affetti più cari. Sono stati i Ministeri, nel discutibile tentativo di eludere, o quanto meno limitare la loro grave e palese responsabilità, a chiamare in causa il condominio, azionando per giunta una tutela, quella prevista dall’art. 2053 cod. civ., riservata ai danneggiati e solo a loro”.
“In questo senso – ha concluso l’avvocato – la decisione del Tribunale ha fatto giustizia avendo affermato che i Ministeri non avrebbero potuto proporre quel tipo di azione, sollevando i condomini da ulteriori patemi, che si sono andati ad aggiungere al dolore subito quel 6 aprile di tredici anni fa”.