dopo 108 giorni di prigionia
«Ci dicano se possiamo continuare a lavorare o se dobbiamo tirare i remi in barca», chiede il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci
«Ci dicano se possiamo continuare a lavorare o se dobbiamo tirare i remi in barca», chiede il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci
20 dicembre 2020
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Annunciati dalla sirena di una motovedetta sono entrati nel boccaporto del Porto Nuovo di Mazara del Vallo, in Sicilia, i pescherecci Medinea e Antartide, con a bordo i 18 pescatori sequestrati in Libia e rilasciati lo scorso giovedì dopo 108 giorni di prigionia. Partiti da Bengasi intorno all’una di notte di venerdì 18 dicembre, le due imbarcazioni hanno navigato per poco meno di 60 ore. Ad attenderli sulla banchina ci sono i familiari e le autorità. Dopo la visita, che sarà effettuata a bordo da un medico. I marinai si sottoporranno a un doppio tampone nei gazebo allestiti al porto.
«Ci dicano se possiamo continuare a lavorare o se dobbiamo tirare i remi in barca», ha chiesto il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, alla vigilia dell’arrivo dei pescatori. Quinci chiede all’Unione Europea di risolvere questione dei confini marittimi della Libia. A Mazara, spiega Quinci, «la pesca garantisce 600 posti di lavoro e altre migliaia nell’indotto. L’Ue si faccia protagonista di una svolta che ridisegni le politiche economiche del Mediterraneo».