• 26 Novembre 2024 23:32

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Arriva la nuova supercar della Ferrari. La F80 è la monoposto del futuro

Ott 17, 2024

AGI – Il traguardo degli 80 anni è ancora lontano, ma Ferrari – fedele alla sua filosofia – è già sulla griglia di partenza per celebrare la sua storia. Anima racing, forme sinuose ed essenziali di un disco volante, è nata, dopo quattro anni di lavoro e di cesello, la nuova supercar F80: l’auto che guarda al futuro, anzi al futuro ci è già arrivata con quasi due anni e mezzo di anticipo, il massimo di innovazione e prestazioni straordinarie. La vettura stradale più potente mai uscita dai cancelli di Maranello (dotata di un motopropulsore V6 ibrido, 1200 cv complessivi di potenza che possono spingerla fino a 350 km all’ora) è stata già ‘prenotata’ dai 799 privilegiati (le richieste sono state tra il doppio e il triplo) e le prime consegne avverranno alla fine del prossimo anno, fino al 2027 quando il Cavallino Rampante festeggerà appunto i suoi primi 80 anni di attività. Il prezzo italiano comprensivo di tasse è di 3,6 milioni di euro, 7 gli anni di garanzia: rivolta ai clienti più appassionati del marchio, è una supersportiva da pista guidabile alla stregua di una vettura di gamma. Con una particolarità unica: è una monoposto, ma omologata per due persone e si può definire come “1+”. Il motore F163CF a V di 120, da tre litri di cilindrata, rappresenta la massima espressione del sei cilindri Ferrari: è infatti in grado di raggiungere ben 900 cv e conseguentemente un valore di potenza specifica record per un motore Ferrari di 300 cv/l, ai quali vanno aggiunti i 300 cv erogati dal sistema ibrido composto da assale (e-4WD) e motore (MGU-K) elettrico. Il motopropulsore è infatti impreziosito dall’inserimento di un turbo elettrico (e-turbo), per la prima volta in assoluto su una Ferrari, che grazie al motore elettrico posizionato tra ciascuna delle turbine e il compressore raggiunge un’elevatissima potenza specifica e una risposta immediata ai bassi regimi. Il legame con le gare, soprattutto di durata, è forte: la sua architettura e diversi componenti sono strettamente derivati dal motore della 499P vincitrice delle ultime due edizioni della 24 Ore di Le Mans.

 

 

L’obiettivo è quello di creare un perfetto connubio tra un’auto da corsa e una Ferrari da strada. L’architettura è disegnata per estrarre il massimo della performance, a partire dal telaio in fibra di carbonio. L’aerodinamica gioca un ruolo chiave e, grazie tra l’altro all’ala mobile e all’estrattore nella zona posteriore, al fondo, al triplano e all’S-Duct all’anteriore, riesce a generare 1050 kg di carico verticale a 250 km/h. Le prestazioni vengono ulteriormente enfatizzate dalle sospensioni attive che partecipano in modo diretto allo sviluppo dell’effetto suolo, dall’assale anteriore elettrico che permette di avere quattro ruote motrici per sfruttare al meglio coppia e potenza e dai nuovi freni con tecnologia CCM-R Plus derivata dal mondo delle competizioni. A spiegare la genesi del nuovo gioiello che si affiancherà alle supercar GTO, F40, F50, Ferrari Enzo e LaFerrari è stato, nella conferenza stampa di presentazione, Enrico Galliera, direttore commerciale e marketing Ferrari.

 

 

“La Supercar – ha detto – sono auto in cui mettiamo tutte le tecnologie più innovative: sono auto che lasciano qualcosa di nuovo per la nostra gamma, parlano di futuro”. Galliera ha spiegato che nel lavoro di team per creare l’ultima nata e’ stata data una risposta ad alcune domande essenziali: “Innanzitutto le nostre Ferrari vogliamo vederle su strada, quindi devono essere usate in ogni situazione. Poi abbiamo stabilito che la macchina doveva avere due posti per essere condivisa con qualcuno: ma è stata creata la prima vettura monoposto a due posti” cogliendo cosi’ anche l’obiettivo del racing. Una scelta che nasce dall’esigenza di diminuirne la larghezza per ottenere benefici sull’aerodinamica (riduzione del drag) e ridurre il peso. Poi, ha proseguito Galliera, “abbiamo preso l’elemento della stampa additiva: una strategia già usata in Formula 1 per sviluppare componenti che risparmiano un sacco di peso”. Infine il dubbio “era se mettere il motore più iconico, il 12 cilindri aspirato o quello con le prestazioni più efficaci: abbiamo deciso per il V6 turbo arricchito con un turbo elettrico che dà una potenza specifica straordinaria e una costanza di erogazione a qualsiasi regime. Poi lo abbiamo completato con il motore elettrico per mettere a terra tutta questa potenza”. “Volevamo creare – ha concluso Galliera – un concetto di vettura che noi riteniamo molto innovativo e che continui a mantenere il sorriso sulle labbra dei nostri clienti”. 

 

 

Gianmaria Fulgenzi, Chief Product Development Officer, ha illustrato gli aspetti piu’ tecnici: “Il motore V6 120 è completamente nuovo e ridisegnato per questa vettura con 9000 giri/min. e 850 newton metro di coppia. Il motore elettrico e’ molto compatto e leggero per la potenza che è in grado di erogare: pesa circa 8,8 chilogrammi. La batteria pesa 36 kg ed eroga 282 kW di potenza massima: è 70 kW in più della SF 90”. Passando alla cabina Fulgenzi ha evidenziato che per la prima volta “non è simmetrica per un maggiore orientamento verso il driver, ma con il passeggero”. Inoltre i piedi del pilota sono alzati di 103 mm in più rispetto a La Ferrari, cioè il conducente “è più sdraiato”. Elemento molto importante è che “per i freni sono stati usati i dischi che vengono messi sul challenge, con una capacita’ di frenare più’ alta e anche di vita. La capacita’ di frenata da 100 a zero in 28 metri e da 200 a zero in 98 metri, ed è la prima volta che riusciamo in questo obiettivo”. Flavio Manzoni, Chief Design Officer, ha voluto evidenziare che “non c’e’ stata un’idea di stile preconcetta, di sicuro non volevamo un approccio basato sulla continuita’, un approccio nostalgico. Volevamo fare qualcosa di rottura, un oggetto estremamente futuristico”.

 

 

Riguardo alla parte del pilota “l’obiettivo era di ridurre la larghezza della cabina considerevolmente, quindi abbiamo fatto slittare i due sedili: è regolabile solo il sedile del pilota”. Cosi’ i due posti si sono avvicinati di 50 millimetri e si è ridotto lo spazio: “Un connubio tra una monoposto e un’auto con il passeggero. Il sedile del passeggero è infatti nascosto otticamente”. Quanto al nuovo volante Manzoni ha spiegato che “è molto più compatto, quasi rettangolare: permette la visibilità del quadro strumento in qualsiasi condizione”. Il fianco ha un effetto “di disco volante o astronave”. Il frontale “è un bell’esempio di determinismo, da tutte le varie funzioni scaturisce la forma in modo quasi naturale. C’è stata l’idea di integrare i proiettori e farli sparire con un effetto di mistero e di grande modernità”. Infine nella parte posteriore “la figura rastremata, diventa una dorsale con sei prese d’aria (un numero simbolico che riflette il numero di cilindri del motore) e ai lati delle spalle larghissime dove non mancano muscoli molto poderosi. I fanali sono incastonati come due gemme molto hitech”.  

 

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