È stata arrestata in Pakistan Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbass, la diciottenne di origini pakistane assassinata nel 2021. Shaheen è stata condannata in Italia all’ergastolo perché ritenuta colpevole di avere ordinato l’omicidio della figlia. La 51enne era latitante dal primo maggio 2021, il giorno in cui era tornata in patria da Novellara (Reggio Emilia), insieme al marito, Shabbar Abbas, accusato anche lui per l’omicidio di Saman. Su di lei c’era un mandato di cattura internazionale.
La madre di Saman è stata ritrovata dalle autorità giudiziarie in un villaggio ai confini con il Kashmir, grazie alle indagini coordinate dall’Interpol e dalla polizia federale del Pakistan. Nazia Shaheem comparirà davanti ai giudici di Islamabad per iniziare l’iter per l’estradizione. Per il marito, Shabbar Abbas, le procedure erano durate alcune mesi, ma questa volta non si tratta di estradare un ricercato ancora da processare, ma una persona già giudicata e la strada potrebbe essere più breve.
La morte di Saman era avvenuta poco dopo la mezzanotte del 30 aprile 2021. I genitori, avvertiti dal figlio Ali Heider, allora quindicenne, avevano scoperto che la ragazza, da poco maggiorenne, stava proseguendo la sua relazione con il fidanzatino Saqib Ayub, alla quale erano contrari. I genitori le avevano organizzato invece un matrimonio combinato con un suo cugino in Pakistan. Proprio per questo la ragazzaaveva denunciato i genitori alla polizia. Da allora era stata ospite di una struttura gestita dai servizi sociali nel bolognese. L’11 aprile del 2021 aveva però deciso di lasciare la comunità educativa per tornare a casa, forse per recuperare i suoi documenti.
Con la complicità dello zio Danish Hasnain, la giovane fu strangolata e seppellita in un casolare diroccato dove il cadavere venne trovato solo il 19 novembre 2022. Lo zio della giovane è stato ritenuto dal tribunale l’esecutore materiale dell’omicidio. Nel 2022 fu lui a indicare agli investigatori dove aveva seppellito la ragazza. La Corte d’assise di Reggio Emilia il 30 aprile scorso aveva depositato le motivazioni della sentenza che ha condannato all’ergastolo i genitori di Saman e a 14 anni di reclusione lo zio. Secondo i giudici i genitori della ragazza l’hanno “letteralmente accompagnata a morire”. Per i giudici Nazia Shaheen ha “partecipato attivamente ai momenti in cui si è decisa la sorte” della figlia e la “decisione di uccidere la giovane” è “stata concordata dai genitori nel corso delle telefonate con Danish Hasnain (lo zio ndr)”.