Secondo quanto riportato dal New York Times, sulla scia di report di Bloomberg dello scorso luglio, Apple starebbe ripensando l’intera strategia che in questi anni l’ha vista impegnata nella realizzazione di un’automobile a guida autonoma.
Apple avrebbe chiuso “intere parti del progetto auto e licenziato dozzine di dipendenti”, secondo tre fonti a conoscenza dei fatti. Sebbene Titan – nome in codice del progetto – abbia ricevuto grande supporto dall’azienda negli ultimi due anni, non sembra aver compiuto i progressi sperati, tanto che Apple si è affidata a Bob Mansfield, storico dirigente che si era ufficialmente ritirato, per rimetterlo sui giusti binari.
Ai dipendenti di Apple sarebbe stato comunicato che i licenziamenti erano parte di un “reboot“, una ripartenza, del progetto auto. Mansfield avrebbe infatti cambiato l’obiettivo, non più un veicolo fatto e finito ma lo sviluppo della tecnologia per rendere un’automobile autonoma.
Apple potrebbe quindi essere impegnata nello sviluppo di nuovi sensori, batterie (il progetto iniziale era incentrato sull’auto elettrica) e soprattutto il software per far muovere in sicurezza le automobili sulle strade. Stando alle indiscrezioni non vedremo quindi un’auto di Apple sulle strade, ma a mettere le ruote su strada sarà la tecnologia ideata dalla casa di Cupertino, similmente a quanto sta facendo Google con il suo progetto auto.
E dire che all’idea di un’automobile Apple ci si era ormai abituati. D’altronde l’azienda è solita creare ecosistemi completi, dall’hardware al software. Trasferendo questo concetto al mondo dell’automobile, ci si sarebbe aspettati una Apple Car completa. Probabilmente non sarà così (a meno che Apple non acquisti un produttore di automobili…), almeno non subito, ma il gigante statunitense ci ha provato.
Il team impegnato sul progetto è cresciuto in circa 18 mesi a oltre 1000 dipendenti, ma poi ci sono stati grandi intoppi, soprattutto sul fronte dell’innovazione: a quanto pare il progetto non sarebbe stato in grado di andare oltre quanto realizzato dai concorrenti, di avere quella “one more thing” che ne avrebbe decretato il successo.
Lo sviluppo comunque continua e secondo il New York Times l’azienda avrebbe diversi veicoli totalmente autonomi in test, usati su tracciati in ambienti chiusi. La tecnologia sarebbe però ancora poco matura per arrivare sulle strade.